Le mani potrebbero essere lo specchio della nostra salute. Un team di ricerca del Canada ha scoperto che la pressione esercitata durante una stretta di mano potrebbe rivelarsi un campanello d’allarme per identificare il rischio di sviluppare patologie serie come le malattie cardiovascolari e gli ictus.
Citando una pubblicazione del dottor Bernd Steckmeier e riprendendo dati da Business Online, è emerso che questi scienziati hanno fornito prove sperimentali del legame tra la forza esercitata dalle mani e la salute a lungo termine.
Il progetto di ricerca ha incluso 140.000 partecipanti, con età compresa tra i 35 e i 70 anni, selezionati da 17 differenti nazioni e ha avuto una durata di quattro anni. Durante questo periodo, la forza di presa è stata valutata regolarmente attraverso un’apparecchiatura dedicata.
Dall’analisi dei dati è emerso che, per gli individui al di sotto dei 50 anni, la forza media registrata si attestava sui 50/30 chilogrammi. Tale valore tendeva a diminuire, attestandosi sui 40/25 chilogrammi, una volta superata la soglia dei 70 anni, anche tra le persone che si consideravano in buona salute.
Il dato allarmante è stato che un calo di 5 chilogrammi nella forza di presa in un lasso di tempo di quattro anni coincideva con un incremento del 16% nel rischio di decesso, oltre a un’aumentata incidenza di attacchi cardiaci e ictus.
È fondamentale comprendere che una debole stretta di mano non è di per sé una causa diretta di malattie, bensì potrebbe essere un indice predittivo di potenziali complicazioni sanitarie future che richiedono attenzione.
Gli esperti coinvolti nello studio prospettano che la valutazione della forza della stretta di mano possa diventare un metodo diagnostico precoce non invasivo e utile nella prevenzione di gravi malattie. Perciò, è bene non sottovalutare il potere comunicativo di una stretta di mano vigorosa: può rivelare molto di più sul nostro benessere di quanto si possa immaginare.