Starbucks vieta l’ingresso nei suoi esercizi a chi è contro i matrimoni gay.
Starbucks, senza mezzi termini, si schiera a favore dei matrimoni gay e in genere dei diritti umani.
Già la società americana dei caffè aveva fatto parlare di sé quando si è schierata apertamente contro le politiche isolazioniste e neorazziste di Donald Trump.
Per l’occasione Starbucks aveva detto che avrebbe assunto in tutto il mondo dei rifugiati, e ovviamente di tutte le nazionalità.
Tra l’altro l’azienda americana è in procinto di aprire pure a Milano un grande punto di ristoro.
In questo caso Howard Schultz, Ceo di Starbucks, ha tenuto a precisare ufficialmente le sue opinioni anche in tema di matrimonio: “Se siete contro i matrimoni gay, non vogliamo i vostri soldi”.
Dire una cosa del genere in Italia, Paese di bacchettoni e culla della Chiesa Cattolica, è un bel rischio.
Ma a Howard piace rischiare. E siccome non è sicuramente uno stupido, avrà pensato che una dichiarazione di questo tipo, e in generale delle prese di posizioni molto assertive, possono anche tornar utili. Noi ne siamo convinti.
Sono giuste a livello di principio e portano anche molti clienti.
Fra un po’ a Milano Starbucks, anche se in Italia con la storia del caffè c’entra come i cavoli a merenda, avrà tantissimi clienti che varcheranno la soglia del loro nuovo palazzo, per una tazzurella de caffè all’americana. In barba a Donald Trump.