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Un giovane di Taizhou, in Cina, è finito sotto i riflettori per una serie di truffe ai danni di hotel in diverse province del paese. Jiang, uno studente ventunenne, ha trovato un metodo ingegnoso ma illegale per finanziare i suoi viaggi: fingere problemi di igiene nelle strutture alberghiere per ottenere soggiorni gratuiti e risarcimenti.

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foto@pixabay

Il piano di Jiang: oggetti di scena e minacce di cattiva pubblicità

Nel settembre dello scorso anno, Jiang ha deciso di mettere in pausa gli studi universitari per dedicarsi ai viaggi in Cina, utilizzando i fondi destinati alle tasse scolastiche. Tuttavia, i suoi risparmi sono rapidamente finiti e il giovane si è ritrovato a dover cercare un modo per coprire le spese, in particolare quelle degli hotel. È qui che ha ideato un piano ingegnoso quanto subdolo: sfruttare presunti problemi di igiene per ottenere vantaggi economici.

Con una collezione meticolosa di oggetti di scena, tra cui scarafaggi morti, cicale, capelli e preservativi usati, Jiang simulava condizioni igieniche deplorevoli nelle stanze in cui soggiornava. Successivamente, contattava il personale dell’hotel per lamentarsi, minacciando di pubblicare recensioni negative online che avrebbero potuto danneggiare la reputazione delle strutture. Molti hotel, per evitare cattiva pubblicità, preferivano assecondare le sue richieste, offrendo soggiorni gratuiti o risarcimenti.


Un modus operandi elaborato e ripetitivo

Secondo un agente di polizia della città di Linhai, Jiang arrivava a soggiornare in tre o quattro hotel diversi nello stesso giorno, replicando il suo schema con precisione. Il giovane sfruttava piccoli difetti già presenti o piazzava i suoi oggetti di scena per costruire una narrazione credibile.

Le sue lamentele, che includevano la presenza di insetti e altri elementi compromettenti, mettevano in allarme i gestori degli hotel. Molte strutture, per evitare il rischio di cattiva pubblicità, cedevano alle richieste del ragazzo.


La caduta di Jiang: la collaborazione tra hotel e l’intervento della polizia

Ad agosto, tuttavia, il piano di Jiang è crollato. Un direttore d’hotel, insospettito dalle sue accuse, ha deciso di confrontarsi con altri albergatori della zona, scoprendo un modello ricorrente. La storia del giovane, caratterizzata da lamentele identiche in diverse strutture, ha portato alla sua identificazione.

Grazie alla collaborazione tra gli hotel e le autorità, si è scoperto che Jiang aveva colpito almeno 63 strutture in cinque province, riuscendo a estorcere oltre 38.000 yuan (circa 5.200 dollari).


Conclusioni: una lezione per il settore alberghiero

Il caso di Jiang evidenzia le sfide che gli hotel devono affrontare nella gestione delle recensioni online e nella protezione della loro reputazione. Il timore di cattiva pubblicità può spingere molte strutture a cedere a richieste ingiustificate, ma questa vicenda dimostra anche l’importanza della collaborazione tra albergatori per contrastare comportamenti fraudolenti.

Con l’aumento delle piattaforme digitali e delle recensioni, il settore deve adottare misure più rigide per verificare le accuse e difendere la propria integrità. Il caso di Jiang rappresenta un avvertimento non solo per gli albergatori, ma anche per i viaggiatori, sull’importanza di trasparenza e correttezza nelle interazioni commerciali.

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