Un settore che nel mondo ha conosciuto già un evidente successo e che in Italia sta crescendo considerevolmente:
parliamo degli Smart Worker, cioè quei lavoratori dipendenti che godono di flessibilità e autonomia nella scelta dell’orario e del luogo di lavoro, disponendo di strumenti digitali adatti a lavorare in mobilità.
Secondo quanto fa sapere il Politecnico di Milano, che ha condotto un’approfondita ricerca, nel 2018 sono ormai 480mila i lavoratori “agili”, in crescita del 20%, e si ritengono più soddisfatti dei lavoratori tradizionali sia per l’organizzazione del lavoro (39% contro il 18%) che nelle relazioni con colleghi e superiori (40% contro il 23%).
La crescita è consistente nelle grandi aziende, dove sono utilizzati in due imprese su tre, ma anche nella PA:
l’8% degli enti pubblici ha avviato progetti strutturati di Smart Working (in crescita rispetto al 5% un anno fa), l’1% lo ha fatto in modo informale, un altro 8% prevede iniziative il prossimo anno.