Un gesto dal grande valore simbolico, un mea culpa tardivo che dovrebbe contribuire a tener ben viva la memoria storica, per non ricadere negli stessi errori compiuti oltre mezzo secolo fa.
Ora che gli ultimi superstiti stanno l’uno dopo l’altro morendo, senza essersi neppure visti riconosciuti appieno giustizia, le ferrovie olandesi hanno preso una decisione simbolicamente importantissima: le ferrovie per la prima volta risarciranno i parenti degli ebrei vittime dell’olocausto.
A lottare per questo diritto Salo Muller, figlio di due deportati, che nel 2017 ha iniziato a chiedere un indennizzo alla Ns. Sui treni della compagnia, infatti, i genitori di Muller nel 1941 furono trasportati da Amsterdam al campo di transito di Westerbork, nel nord dell’Olanda.
In quegli anni le ferrovie si arricchirono trasportando decine di migliaia di ebrei sui loro reni, tra cui Anna Frank, che fu deportata a Westerbork prima di morire nel campo di concentramento di Bergen-Belsen.
La Ns ha annunciato che il compito di stabilire chi avrà diritto ai rimborsi per ragioni morali sarà affidato a una commissione, ma il portavoce della compagnia, Erik Kroeze, ha precisato che non ci sono ancora dettagli sulle tempistiche.