Secondo uno studio riportato da Newsweek, una persona su 25 nel mondo sente regolarmente voci nella propria testa, e oltre il 40% delle persone ha sperimentato almeno una volta nella vita la presenza di “interlocutori invisibili“. Sebbene questo fenomeno possa sembrare allarmante, molte di queste persone riescono a condurre una vita perfettamente normale, grazie a un approccio innovativo proposto da gruppi come Intervoice, un’organizzazione internazionale che supporta chi vive questa esperienza.
Un Nuovo Approccio al Fenomeno delle Voci
Intervoice si distingue per il suo approccio rivoluzionario, rifiutando l’idea tradizionale che le voci nella testa siano necessariamente un sintomo di disturbi mentali. Secondo l’organizzazione, il vero problema non è la presenza delle voci, ma il modo in cui una persona le interpreta e reagisce a esse. Se si vedono le voci come qualcosa di dannoso o di incontrollabile, il rischio di sviluppare problemi di salute mentale aumenta. Al contrario, se si riesce a trovare un modo per convivere con queste voci, la qualità della vita può rimanere buona.
Eugene Georgatsa, docente presso l’Università Aristotele di Salonicco, spiega: “Se le persone credono che le loro voci abbiano il potere di far loro del male o di controllarle, hanno più difficoltà a gestire la situazione e rischiano maggiormente di sviluppare disturbi psicologici. Tuttavia, se riescono a dare un significato alle voci, questo è il primo passo per imparare a convivere con loro.”
La Storia di Rachel Wadingham: Un Esempio di Convivenza con le Voci
Un esempio di come si possa convivere con le voci viene dalla storia di Rachel Wadingham, che sentì per la prima volta le voci di tre uomini durante il periodo universitario. Queste voci la insultavano, dicendole cose terribili sul suo aspetto e incoraggiandola al suicidio. Nonostante cercasse di affrontare la situazione, la sua salute mentale peggiorò e Rachel si isolò, sviluppando una dipendenza dall’alcol. Alla fine fu ricoverata in una clinica psichiatrica, dove dopo otto mesi di cure, le voci sembravano essere scomparse. Tuttavia, quando smise di assumere farmaci, le voci tornarono.
Oggi Rachel convive con 13 voci, tra cui una bambina di tre anni, un’adolescente arrabbiata e una donna sofferente. Sebbene alcune voci abbiano contenuti aggressivi o disturbanti, Rachel ha imparato a gestirle. Per esempio, quando le voci dei bambini non la lasciano dormire, legge loro storie della buonanotte. Se le voci suggeriscono di fare del male a qualcuno, Rachel risponde affermando che proteggerà la propria sicurezza.
Festival e Supporto per Chi Sente Voci
Nel tentativo di sensibilizzare e creare un sostegno globale per coloro che convivono con le voci, lo scorso ottobre Eugene Georgatsa ha organizzato a Salonicco il sesto festival annuale dedicato a queste persone. All’evento hanno partecipato oltre 200 persone provenienti da tutto il mondo. L’obiettivo della conferenza era quello di condividere esperienze e tecniche per convivere con le voci, creando una rete di supporto. Questi eventi, insieme ai gruppi di sostegno esistenti in dozzine di paesi, aiutano le persone a sentirsi parte della società, piuttosto che pazienti da trattare.
Le Cause Dietro il Fenomeno delle Voci
Le ricerche suggeriscono che sentire voci nella testa è spesso legato a traumi o situazioni di forte stress. Circa il 70% delle persone che vivono questa esperienza inizia a sentire voci dopo uno shock emotivo intenso. In molti casi, le voci assumono il tono o la personalità di chi ha inflitto il trauma, riproducendo dinamiche emotive complesse. In altri casi, la voce può rappresentare la persona stessa in momenti di colpa o dolore, riflettendo conflitti interiori irrisolti.
Conclusione
Il fenomeno delle voci nella testa è più comune di quanto si pensi, e non necessariamente legato a patologie psichiatriche. Grazie all’approccio di organizzazioni come Intervoice e al supporto di eventi internazionali, sempre più persone trovano modi costruttivi per convivere con le voci, migliorando la qualità della loro vita. Comprendere che queste esperienze possono essere affrontate, piuttosto che temute, rappresenta un passo fondamentale verso il benessere mentale.