Un problema che colpisce uomini e donne, e che provoca non pochi imbarazzi, quello della calvizie, e che purtroppo ad oggi non ha ancora una cura definitiva, se non integratori per rinforzare il capello, o per i casi più gravi, il trapianto dei bulbi.
Una nuova speranza arriva dagli studiosi della Columbia University di New York ed è stata pubblicata sulla rivista Science Advances: sembra infatti che i ricercatori abbiano intercettato due molecole capaci di ridestare dal “torpore” i follicoli piliferi stimolando così la ricrescita dei capelli.
Lo studiosi fonda sull’utilizzo degli inibitori delle Janus chinasi, impiegati di norma per il trattamento dell’artrite reumatoide e di alcune malattie del sangue. Secondo gli scienziati statunitensi, gli inibitori potrebbero invece rivelarsi utili anche contro la calvizie. Le molecole in questione sono ruxolitinib e tofacitinib.
Come spiega la dottoressa Angela Cristiano, una delle autrici dello studio, «ci sono veramente pochissimi composti in grado di stimolare l’attività dei follicoli così rapidamente: alcuni prodotti ad uso topico fanno ricrescere ciuffi di capelli dopo alcune settimane, ma nessuno si è mostrato tanto potente e veloce come quelli che abbiamo sperimentato».
La scoperta aprirà ora alla sperimentazione di questa classe di farmaci nel trattamento della psoriasi a placche e alopecia areata, patologia autoimmune che causa veloce caduta di capelli a chiazze sul cuoio capelluto. Non solo, l’idea è quella di estendere i test anche nei casi di alopecia androgenetica, la forma più comune di calvizie.