In una scoperta affascinante che collega il passato remoto con l’epoca contemporanea, quattro antiche tavolette di argilla, ritrovate oltre un secolo fa, sono state finalmente decifrate, rivelando una finestra sulle menti dei nostri antenati e le loro riflessioni sugli eventi celesti.
Queste tavolette, che risalgono a circa 4.000 anni fa, provengono dall’antico impero babilonese situato nella Mesopotamia, un’area corrispondente alle odierne regioni di Iraq, Siria e Iran.
Parte della collezione del British Museum sin dai primi del Novecento, le tavolette contengono alcune delle più antiche testimonianze di presagi legati alle eclissi lunari. Le predizioni, basate su attente osservazioni astronomiche, offrono uno spaccato su come i Babilonesi interpretavano i fenomeni celesti e il loro possibile impatto sulla vita terrestre.
Andrew George e Junko Taniguchi, studiosi principali che hanno pubblicato l’articolo “Old Babylonian Lunar-Eclipse Omen Tablets in the British Museum” tramite la University of Chicago Press, spiegano come il popolo di Babilonia e della Mesopotamia considerasse gli eventi celesti come segnali inviati dagli dei, con l’intento di avvertire riguardo al futuro.
Questo sistema di credenze diede origine a presagi complessi, che collegavano particolari caratteristiche delle eclissi lunari a eventi futuri. Alcuni di questi presagi erano piuttosto inquietanti.
Per esempio, uno di essi recita: “Un’eclissi si oscura al centro e subito si schiarisce: un re morirà, distruzione di Elam”.
Un altro predice: “Un’eclissi inizia nel sud e poi si risolve: caduta di Subartu e Akkad”.
Forse il più spaventoso di tutti afferma: “Un’eclissi durante la veglia notturna: significa pestilenza”, alludendo a un’epidemia mortale.
Le tavolette fanno riferimento anche ad altre disgrazie, come invasioni di locuste e perdite di bestiame, dipingendo un quadro delle paure e delle preoccupazioni che affliggevano le antiche società, molte delle quali risuonano ancora oggi. È interessante notare come Andrew George ipotizzi che alcune di queste predizioni potrebbero derivare da eventi reali osservati in passato. Le eclissi lunari, seguite da calamità, potrebbero aver influenzato la creazione di questi presagi.
Tuttavia, nella società babilonese, questi presagi non erano l’unico mezzo di divinazione. Gli studiosi spiegano che se veniva fatta una predizione particolarmente inquietante, come la morte di un re, venivano condotte ulteriori indagini, spesso tramite l’estispizia, l’esame delle viscere degli animali, alla ricerca di segni divini. Come sottolineano George e Taniguchi, “Se il presagio suggeriva un evento minaccioso, come la morte di un re, veniva effettuata una consultazione oracolare tramite extispicy per stabilire se il pericolo fosse reale“.
Inoltre, i Babilonesi non consideravano questi presagi come ineluttabili. Credevano che i rituali avessero il potere di modificare il corso del destino, offrendo una speranza di cambiamento anche di fronte alle previsioni più oscure.
La decifrazione di queste tavolette offre importanti spunti sulla cultura, l’astronomia e le credenze religiose della Mesopotamia antica, mettendo in luce la sofisticata conoscenza astronomica dei Babilonesi e il loro complesso sistema interpretativo degli eventi celesti. Le tavolette forniscono dettagli precisi sui tempi e le caratteristiche delle eclissi lunari, evidenziando l’intenso interesse e la profonda comprensione che questa antica civiltà aveva per i fenomeni celesti.