Scoperta psicologica: lo stress rende stupide le persone intelligenti

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Uno studio rivoluzionario condotto dallo psicologo Sian Beilock dell’Università di Miami ha rivelato che le persone più intelligenti possono perdere il loro vantaggio sotto pressione. In condizioni di stress, infatti, coloro che possiedono una memoria di lavoro particolarmente sviluppata, solitamente in grado di garantire prestazioni superiori, vedono ridursi significativamente la loro capacità di ottenere buoni risultati, ad esempio durante gli esami.

Scoperta psicologica lo stress rende stupide le persone intelligenti
foto@pixabay

Questa ricerca mette in discussione l’efficacia di test che valutano le capacità cognitive in situazioni di stress, come accade spesso in ambito scolastico o lavorativo, suggerendo che non riflettano pienamente le reali capacità di una persona. La memoria di lavoro, anche conosciuta come memoria a breve termine, è quella funzione mentale che permette di conservare e manipolare informazioni rilevanti per completare un compito, come le trasformazioni matematiche o la risoluzione di problemi complessi.

Come lo stress compromette le capacità cognitive

Secondo Beilock, quando una persona con una memoria a breve termine ben sviluppata si trova sotto pressione, una parte significativa di questa capacità viene “occupata” da pensieri intrusivi e ansiosi, come “riuscirò a farcela?o “devo concentrarmi assolutamente”. Questi pensieri invadono lo “spazio mentale” che, in condizioni normali, verrebbe utilizzato per risolvere il problema in modo efficiente. Al contrario, nelle persone con una memoria a breve termine meno sviluppata, lo stress sembra avere un impatto minore, poiché non fanno affidamento sulla stessa quantità di risorse cognitive.

Esperimento sui test di matematica: i risultati sotto stress

Per dimostrare questo fenomeno, Beilock ha condotto una serie di test su un ampio gruppo di studenti, suddividendoli in due gruppi in base alla loro capacità di memoria a breve termine: alta e bassa. Inizialmente, gli studenti con una memoria più sviluppata hanno ottenuto risultati migliori nei compiti matematici rispetto ai loro colleghi con capacità inferiori.

Tuttavia, quando sono state aggiunte pressioni esterne – come la responsabilità di lavorare per un’importante missione di squadra, la possibilità di guadagnare denaro per i risultati ottenuti e la valutazione da parte dei professori – le prestazioni del gruppo più “intelligente” sono crollate. Sotto stress, hanno iniziato a ottenere risultati paragonabili a quelli degli studenti con una memoria di lavoro inferiore, che sembravano invece immuni a tali condizioni esterne.

Implicazioni per il futuro di test e selezioni

Questa scoperta ha importanti implicazioni per l’utilizzo dei test in ambito accademico e lavorativo. Gli attuali metodi di valutazione, che spesso si svolgono in contesti ad alta pressione, potrebbero non riflettere accuratamente le capacità cognitive di individui più intelligenti. Beilock suggerisce che la presenza di stress può compromettere il funzionamento della memoria di lavoro e, di conseguenza, influenzare negativamente le prestazioni.

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