Un team di studiosi provenienti da Regno Unito e Francia ha fatto una rivelazione sorprendente riguardo al celebre quadro “La Gioconda” di Leonardo da Vinci.
Mediante tecniche avanzate come la spettroscopia infrarossa e la radiografia a raggi X, hanno indagato sulle opere dell’artista rinascimentale.

Dopo aver prelevato un piccolo campione da un angolo del quadro, l’hanno sottoposto a esami dettagliati. Le analisi hanno rivelato che il campione conteneva plumbonacrite, un composto raro derivante dalla combinazione di ossido di piombo e olio.
Questa scoperta suggerisce che Leonardo potrebbe aver adoperato questo speciale composto per ottenere una pittura più consistente e a rapida essiccazione, mescolando forse l’ossido di piombo con olio di noci o di lino per ottenere risultati artistici distintivi.
Sebbene in passato fosse stato ipotizzato che Leonardo usasse ossidi di piombo, ora esistono prove più solide a favore di questa teoria.
È degno di nota che la stessa plumbonacrite è stata identificata in altre opere di Leonardo, come “L’Ultima Cena“, suggerendo che l’artista ha fatto uso di questa tecnica chimica non solo nel caso della Gioconda, ma anche per altri suoi lavori.
Inoltre, è stato riscontrato lo stesso composto anche nel celebre dipinto “La ronda di notte” di Rembrandt, indicando che questa metodologia potrebbe essere stata adottata da vari artisti in epoche diverse.