Le piramidi di Giza sono un’incredibile impresa ingegneristica e si crede da tempo che servano ad uno scopo che va ben oltre le semplici tombe faraoniche, lo riferisce gaia.com .
Un gruppo di fisici ha scoperto che la Grande Piramide potrebbe concentrare l’energia elettromagnetica, portando gli scienziati a credere di poter usare questo antico sistema per creare nuove nanoparticelle per l’uso dei sensori e il miglioramento delle celle fotovoltaiche.
Uno scienziato russo ha scoperto che le piramidi possono interagire con onde elettromagnetiche di lunghezza risonante. Gli scienziati hanno utilizzato modelli numerici e metodi analitici per scoprire che le onde radio possono indurre la risonanza piramidale a distanze comprese tra 200 e 600 metri.
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In che modo gli antichi egizi usando strumenti di pietra potevano costruire una struttura così monolitica allineata a 3/60 ° di grado dalle direzioni cardinali della Terra e codificata con le dimensioni della circonferenza equatoriale del pianeta, del raggio polare e della precessione assiale?
Il recente studio ha scoperto che la piramide può concentrare l’energia elettromagnetica nelle sue camere interne e sotto la sua base, in condizioni di risonanza.
Questo tipo di concentrazione di energia nelle camere è stata proposta da sostenitori di teorie archeologiche alternative.
Ricercatori come Graham Hancock, Robert Bauval e Christopher Dunn hanno avanzato l’ipotesi che gli antichi egizi, o una civiltà dimenticata che li ha preceduti, fossero molto più avanzati di quanto li considerassimo.
Dunn afferma di credere che le piramidi siano state costruite come uno strumento progettato per attingere energia dalla ionosfera terrestre, proprio come la torre di Wardenclyffe progettata da Nikola Tesla.