Quanto pensiamo alle “scale” di misurazione, il riferimento è in genere a quelle metriche o a quelle per misurare la potenza di distruzione di un terremoto, ma ne esiste anche una alquanto particolare: la scala di Scoville.
La conoscete?
La scala di Scoville è una scala di misura della piccantezza di un peperoncino: tramite questa scala è possibile catalogare e classificare i peperoncini stabilendo quali siano i peperoncini più piccanti in base al loro valore SHU (Scoville Heat Unit), calcolato attraverso un procedimento che si chiama cromatografia liquida ad alta prestazione.
In pratica, si classificano in base alla quantità di capsicina contenuta al loro interno, un composto chimico che stimola i recettori del caldo VR1 situati anche sulla lingua provocando la sensazione di “bruciore” che tipicamente il corpo avverte quando si mangiano appunto i peperoncini ed i cibi molto piccanti in genere.
La scala di Scoville prende il nome dal suo ideatore, Wilbur Scoville che sviluppò il SOT (Scoville Organoleptic Test) nel 1912: allora il test semplicemente prevedeva che una soluzione dell’estratto del peperoncino venisse diluita in acqua e zucchero finché il “bruciore” non fosse più percettibile a un insieme di assaggiatori.