In Italia diminuiscono del 3,2% i ricoveri ospedalieri, secondo quanto riporta il Rapporto annuale sull’attività di ricovero ospedaliero (Dati Sdo 2014) del ministero della Salute.
Nel 2014 sono state ricoverate 9.526.832 persone, per un totale di 63.129.031 giornate, circa 315 mila ricoveri in meno, il 3,2%, e una riduzione di 1.184.000 giornate, circa l’1,8% rispetto al 2013.
In particolare nel Lazio si è registrata un calo del volume di attività del -4,56%, mentre in Campania si sono registrati un milione di ricoveri, rispètto ai 600mila dell’anno precedente, in aumento quindi di oltre il 40%.
“Complessivamente si osserva una significativa deospedalizzazione con un miglioramento dell’appropriatezza organizzativa e dell’efficienza nell’uso delle risorse ospedaliere” ha spiegato il ministero.
La principale causa di ospedalizzazione rimane il parto. Escluso questo, i ricoveri maggiori sono a causa di patologie cardiovascolari e respiratorie o per interventi chirurgici per sostituzione di articolazioni maggiori o reimpianto degli arti inferiori.
Per l’attività diurna, la principale causa di ricovero è la chemioterapia, con 1.529.370 giornate in calo del 2,3% rispetto al 2013. Nel 2014 la degenza media per riabilitazione in regime ordinario è stata pari a 26,3 giorni, in leggero aumento rispetto ai 25,7 giorni dell’anno precedente, mentre la degenza media per l’attività di lungodegenza è stata di 27,7 giorni, praticamente stabile rispetto ai 27,6 del 2013.
In sintesi sembra che gli italiani si ammalino di meno, o che facciano economia anche sulla salute, dato che un rapporto Istat del 2013 aveva reso noto che oltre sei milioni di persone, l’equivalente dell’11% della popolazione, aveva dichiarato di rinunciare ad almeno una prestazione sanitaria erogabile dal Sistema sanitario nazionale, anche se ne aveva necessità.