Come i dati mostrano in modo lampante, l’elettrosmog nelle nostre città è, nella quasi totalità dei casi, ben oltre la soglia di attenzione: le onde nocive di antenne e ripetitori provocano seri problemi di saluti, effetti a breve e lungo termine, che non devono essere sottovalutati.
Ed è per questo che il comune di Roma ha dato il via ad un Piano per il censimento e il monitoraggio dell’inquinamento elettromagnetico. Attraverso una delibera comunale, si è deciso che “in primis via le antenne da ospedali, case di cura e di riposo, scuole, asili nido, oratori, orfanotrofi, parchi giochi. Quelle attualmente installate – si legge dal sito di Roma Capitale – presso questo siti saranno spostate altrove. Vietato collocare impianti su edifici costruiti abusivamente”.
Per minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici, si punterà sull’accorpamento degli impianti in strutture di supporto comuni (cositing) preferibilmente in aree non densamente abitate e sulle installazioni interrate degli impianti tecnologici o su edifici tra i più alti tra quelli vicini.
Roma si adegua così alla legge quadro sull’elettrosmog e mette ordine all’esposizione selvaggia ai campi elettromagnetici, tramite un corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti come hanno sottolineato il sindaco e l’assessore Giovanni Caudo. Finalmente Roma ha il suo Piano Regolatore che disciplinerà la materia.