Roma, bimbo di 4 anni ha rischiato di morire ingoiando una pila

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Dal momento in cui il bambino inizia ad afferrare e a tenere in mano gli oggetti, bisogna attendersi che metta in bocca qualunque cosa riesca a prendere: è questo infatti uno dei modi che i neonati utilizzano per scoprire il mondo e costituisce la prima fase della conoscenza.

Il pericolo più immediato è senz’altro il gioco. E’ evidente quindi come l’insidia maggiore sia rappresentata da palline, pezzi di costruzioni, biglie, palloncini da gonfiare ed altri oggetti non meglio identificati. Ma i giocattoli non sono l’unico rischio presente nelle attività del bambino. La sua curiosità è stuzzicata da qualsiasi cosa possa essere afferrata.

I bambini infatti portano alla bocca e ingoiano le cose più disparate: monete, spille da balia, chiodi, viti, ami da pesca, pezzi di plastica, ciondoli, bottoni. Tra i più pericolosi, magneti e batterie, in grado di perforare e ustionare i tessuti interni con conseguenze anche letali. L’ingestione delle batterie rappresenta il 15% dei casi.

“Il primo caso che ricordo – racconta la gastroenterologa Paola De Angelis –  è quello di Caterina, una lattante di pochi mesi di vita che, chissà come, era riuscita a inghiottire una moneta da 5 centesimi facendola passare nel suo minuscolo esofago. L’aveva trovata direttamente nel passeggino, sfuggita dalle tasche della mamma. I genitori se ne sono accorti perché la piccola piangeva, sembrava soffocare e cercava di vomitare. Precipitatisi al pronto soccorso, mamma e papà hanno ricominciato a vivere quando la monetina è stata estratta con l’endoscopio. Si era fermata dietro la gola, proprio all’inizio dell’esofago, molto vicina alle vie respiratorie”.

Solo da gennaio 2017 ad oggi al pronto soccorso dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù sono giunti più di 500 bambini che avevano ingerito un corpo estraneo, la maggior parte dei quali, fortunatamente, sono stati espulsi per le vie naturali.

Ha invece rischiato veramente grosso un bambino di quasi 4 anni, che ha iniziato ad avere forti dolori addominali che hanno costretto mamma e papà a portarlo al pronto soccorso.

Invisibile all’esame ecografico e ad altri tipi di indagini, sono stati i medici dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù a scoprire la presenza di una batteria nell’esofago grazie a una radiografia addominale.

La pila, che probabilmente era nell’organismo del piccolo già da alcuni giorni, aveva sprigionato la sua carica elettrica e stava bruciando i tessuti interni del bambino, mettendone in serio pericolo la vita. Individuato il problema, sono scattate le procedure di emergenza previste dal protocollo nazionale ed europeo in casi del genere: si tratta delle linee guida Sigenp ed Espghan-Esge.

Immediatamente è stata organizzata una équipe multidisciplinare per rimuovere l’oggetto estraneo in condizioni di massima sicurezza. Prima di procedere con l’estrazione del corpo estraneo, che si trovava a soli 3 millimetri dall’aorta, gli esperti del Bambino Gesù hanno effettuate alcune manovre per verificare la presenza del temuto canale di comunicazione con l’arteria.

L’intervento di rimozione per via endoscopica – riferisce l’ospedale pediatrico in una nota – si è concluso senza problemi e il team multidisciplinare non è dovuto ricorrere a nessuna delle misure straordinarie predisposte per gestire un caso clinico così complesso.

Il bambino ha lasciato il reparto di rianimazione, è in buone condizioni generali ed è rimasto in ospedale, sotto osservazione, per due ulteriori settimane.

Luigi Dall’Oglio, responsabile di Chirurgia Endoscopica Digestiva del Bambino Gesù, ha però spiegato il rischio serio che ha corso il bambino: “Le batterie di questo tipo sono dette killer perché le lesioni che provocano possono essere talmente gravi da causare la morte. E nel caso del nostro piccolo paziente la pila a bottone si trovava a soli 3 millimetri dall’aorta”.

In questo caso, per fortuna, tutto si è concluso nel migliore dei modi ma il consiglio ai genitori è sempre quello di prestare attenzione a cosa maneggiano i propri figli, perché soprattutto nei primi anni di vita sono imprevedibili e portano qualsiasi cosa alla bocca.

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