Il lago di Loch Ness, nei Highlands scozzesi, è da oltre novant’anni crocevia di avvistamenti e leggende legate al famoso “mostro” Nessie. Recentemente, un ritrovamento eccezionale ha riportato in auge una delle più antiche spedizioni fotografiche dedicate alla sua ricerca: una macchina Kodak Instamatic abbandonata sul fondale da Roy Mackal è emersa in buone condizioni dopo 55 anni.

La leggenda di Nessie e i primi tentativi tecnologici
Fin dal 1933, quando una coppia dichiarò di aver visto “una creatura gigantesca” emergere dalle acque scure, Loch Ness è diventato simbolo di mistero e fascino. Negli anni ’70, il biologo Roy Mackal — membro del Loch Ness Investigation Bureau — sperimentò per la prima volta la fotografia subacquea puntando a immortalare movimenti sospetti con sei apparecchiature disposte lungo la riva.
Il sorprendente recupero a 180 metri di profondità
Lo scorso mese, un ROV (veicolo sottomarino robotizzato) del National Oceanography Centre (NOC) britannico ha individuato la Kodak Instamatic a quasi 180 m sotto la superficie. Progettata per resistere a elevate pressioni e proteggere pellicola e meccanica, la custodia impermeabile ha mantenuto al sicuro il dispositivo, ancora perfettamente sigillato nonostante decenni di immersione.
Come funzionava la Instamatic di Mackal
Il sistema ideato da Mackal era sorprendentemente ingegnoso:
- Scatto automatico: un’esca ancorata a una lenza attivava il meccanismo al movimento dell’animale.
- Flash integrato: quattro lampi a ogni trazione, grazie a un cubo flash incluso nella custodia.
- Durata e ripetizione: il dispositivo scattava più volte prima di esaurire la carica, garantendo riprese in sequenza.
Questo approccio precursore anticipò tecnologie moderne come i sonar e i trigger delle fototrappole subacquee.
Le immagini: un tuffo negli anni ’70
Le foto sviluppate risultano sbiadite e spesso sfocate, ma offrono uno spaccato unico dell’ecosistema sommerso di Loch Ness. Sebbene nessuno scatto ritragga forme misteriose, il valore storico delle immagini risiede nel documentare i primi esperimenti scientifici sul lago.
La mostra permanente al Loch Ness Centre
Dopo il recupero, macchina fotografica e film sono stati donati al Loch Ness Centre di Drumnadrochit. Qui verranno esposti permanentemente insieme a pannelli che raccontano l’avventura di Mackal e l’evoluzione delle tecniche investigative. Nagina Ishaq, direttrice del centro, sottolinea come “questa reliquia testimonia la voglia di esplorare l’ignoto e di preservare le radici della ricerca su Nessie”.
Cosa ci riserva il futuro?
Il ritrovamento della Kodak Instamatic riaccende l’interesse per spedizioni passate e nuove tecnologie (droni subacquei, sonar ad alta risoluzione, intelligenza artificiale). Anche se Nessie rimane sfuggente, l’eco del suo mito continua a muovere scienziati, appassionati e turisti da tutto il mondo, in cerca di uno sguardo sul grande mistero di Loch Ness.