La UE approva il piano di ricollocamento dei profughi ma alcuni Paesi dell’Est non sono d’accordo.
Contro il piano hanno votato Romania, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria.
La Finlandia ha deciso di astenersi. Il piano stesso, dal momento che non era possibile giungere all’unanimità, è stato votato a maggioranza qualificata.
La ricollocazione riguarda i 120mila profughi finora giunti in Europa, sapendo che però c’è la possibilità di cambiare strada facendo in funzione di mutate condizioni ed esigenze.
Certo, i Paesi che hanno votato contro, nel caso non siano disposti ad accettare le quote, devono assumersi le proprie responsabilità riguardo ai loro diritti di appartenenza all’Ue.
Non è possibile fare parte dell’Ue chiedendo solo diritti e benefici, e poi quando si tratta di affrontare doveri e oneri, tirarsi fuori. L’Unione politica europea dipende anche da questi comportamenti.
Il Ministro degli Interni Alfano, peraltro, si dichiara soddisfatto dell’accordo raggiunto e approvato, anche se ha tenuto a precisare che in relazione a ciò, c’è stato un ritardo di due anni.
Il Presidente della Commissione Ue Jean Claude Junker, da parte sua, ha detto chiaramente che bisogna mettere i soldi dove c’è la bocca, vale a dire dove ce n’è bisogno.