Negli ultimi giorni migliaia di italiani stanno ricevendo la loro card, con addebitato il tanto atteso reddito di cittadinanza, la misura voluta dal governo gialloverde per contrastare la povertà.
Il presidente dell’Inps, qualche giorno fa, aveva fatto sapere che i contributi erano variabili tra i 700 e addirittura oltre i 2000 euro mensili, a seconda dei componenti del nucleo familiari e degli effettivi bisogni.
Tantissimi però si stanno lamentando dell’effettivo importo accreditato: a tanti solo 40 euro, a qualcuno qualche centinaio di euro, solo a pochi, almeno stando alle dichiarazioni raccolte dai media, sono andati contributi molto più sostanziosi.
Ma allora la verità dove sta?
In attesa di capirlo, noi riportiamo l’appello dell’Ocse, secondo cui i contributi erogati sono troppo alti e non certo sostenibili nel lungo periodo.
Nello specifico, il livello attuale del sussidio legato al reddito di cittadinanza “è elevato rispetto ai redditi mediani” secondo l’Ocse, che segnala: “La misura rappresenta un trasferimento di risorse importante” verso i poveri, ma andrà “monitorata per assicurare che i beneficiari siano accompagnati verso il lavoro”.
Del resto, l’Italia è l’unico Paese Ocse con una crescita negativa dei livelli reddituali dal 2000 in poi, senza contare che i posti di lavoro temporanei sono cresciuti nell’ultimo decennio e sono arrivati al 15,4%, una media superiore rispetto a quella dell’area Ocse ferma all’11,2%.