Quanto guadagna un dipendente in Europa?

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Qual è la retribuzione oraria di un lavoratore in paesi come Danimarca, Belgio o Lussemburgo rispetto all’Italia?

Quanto guadagna un dipendente in Europa
foto@pixabay

Le differenze salariali tra i vari Stati europei sono davvero notevoli. Secondo i dati raccolti da Eurostat, il costo medio del lavoro nei Paesi dell’UE ha mostrato un lieve incremento rispetto all’anno precedente, evidenziando marcate disparità tra le nazioni.

Il Lussemburgo si distingue con un costo orario medio di 50,7 euro lordi, collocandosi al vertice della classifica. L’Italia, invece, si attesta su un costo orario medio di 29,4 euro.

Analizzando la classifica emerge un forte divario tra il primo e l’ultimo posto: la Romania, al penultimo posto, ha un costo orario medio di 9,5 euro, seguita solo dalla Bulgaria con 8,2 euro.

Dopo il Lussemburgo, troviamo la Danimarca, con 46,8 euro, e il Belgio, con 43,5 euro. L’Italia, pur rimanendo sotto la media europea, presenta un costo del lavoro orario tre volte superiore rispetto a Bulgaria e Romania.

La Germania si attesta su un costo di 39,5 euro, la Francia a 40,8 euro, la Spagna a 23,5 euro, mentre il Portogallo è a quota 16,1 euro. Il costo del lavoro comprende non solo i salari ma anche i costi non salariali, come i contributi sociali a carico dei datori di lavoro.

Questi costi non salariali rappresentano il 24,8% del costo del lavoro nell’UE e il 25,5% nell’area dell’euro. I livelli più bassi si registrano in Lituania e Romania, rispettivamente con il 5,4% e il 5,3%, mentre le percentuali più alte si trovano in Francia (32%), Svezia (31,9%) e Italia (27,8%).

Il settore industriale è quello con i costi più elevati, con una media oraria di 30,7 euro nell’UE e di 36,6 euro nell’area dell’euro. Segue il settore delle costruzioni, con 27,3 euro e 30,8 euro rispettivamente. Altri settori ad alto costo includono i servizi, con 30,2 euro nell’UE e 33,3 euro nell’area euro.

Tra i Paesi con il maggior aumento del costo del lavoro figurano la Bulgaria (+15,3%), l’Ungheria (+13,9%), la Romania (+12,2%) e la Polonia (+11,7%). Un possibile fattore di questo incremento potrebbe essere la graduale eliminazione dei programmi di sostegno introdotti durante la pandemia.

Secondo Eurostat, la fine di queste misure ha contribuito all’aumento del costo orario medio del lavoro. In sintesi, i dati dal 2022 mostrano notevoli differenze tra i Paesi europei, con la Bulgaria al fondo della classifica, il Lussemburgo al vertice e l’Italia a metà classifica.

Queste differenze sottolineano non solo le variazioni del costo del lavoro tra i vari paesi e settori, ma anche l’impatto delle politiche governative adottate durante la pandemia.

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