Il terrore dell’inverno nucleare
Immagina un mondo in cui il Sole scompare dietro un manto di fuliggine, le temperature precipitano e le riserve alimentari si esauriscono in pochi giorni. È lo scenario dell’inverno nucleare, un collasso climatico reale, non fantascienza. Secondo la giornalista investigativa Annie Jacobsen, autrice premiata e finalist del Pulitzer, un conflitto atomico potrebbe eliminare fino a 5 miliardi di persone in 72 ore a causa della combinazione letale tra esplosioni e conseguenze atmosferiche.

L’indagine di Annie Jacobsen
In anni di ricerca, Jacobsen ha esaminato documenti militari e intervistato climatologi per valutare gli effetti delle testate nucleari. Durante il podcast Diary of a CEO, ha spiegato come esplosioni in punti strategici scatenerebbero incendi enormi, sollevando nell’aria milioni di tonnellate di particelle.
Impatti climatici e carestia globale
- Oscuramento solare: la fuliggine bloccherebbe la luce, portando interi continenti in pieno gelo.
- Decennio di freddo: zone agricole chiave (Midwest USA, Ucraina) resterebbero impraticabili per anni.
- Carestia incontrollata: senza raccolti, la scarsità di cibo si diffonderebbe rapidamente.
- Radiazioni e ozono: il buco nello strato di ozono renderebbe letale qualsiasi esposizione diretta al sole.
I due paesi che sopravviverebbero
Secondo Jacobsen, solo Nuova Zelanda e Australia manterrebbero un’agricoltura operativa grazie:
- Posizione remota – lontane dai grandi teatri bellici.
- Correnti atmosferiche – venti in grado di deviare la fuliggine altrove.
Il rischio di un errore fatale
Il pericolo non è solo climatico: nel 1979, Bill Perry, ex Segretario della Difesa USA, quasi lanciò una rappresaglia nucleare dopo un falso allarme generato da una cassetta VHS di addestramento erroneamente riprodotta. Questo episodio dimostra quanto siano vulnerabili anche i sistemi più sofisticati.
Perché informarsi è fondamentale
Con circa 12.000 armi nucleari attive nel mondo, il rischio di un disastro rimane concreto. Esperti come Brian Toon spingono per accordi di disarmo, mentre Annie Jacobsen ci ricorda: “Capire i pericoli è il primo passo per evitarli.”