il QI è arrivato al nostro massimo storico, meno intelligenza per i giovani

VEB

Gli esseri umani sono capaci di prodezze sorprendenti, come dimostrano le conquiste scientifiche e tecnologiche di tutto il 20esimo secolo, ma secondo gli scienziati abbiamo raggiunto il nostro picco? Una nuova ricerca suggerisce che in effetti potremmo aver raggiunto il nostro picco massimo di intelligenza. Dalla seconda guerra mondiale, il QI dei giovani è stato osservato in costante aumento. Soprannominato “effetto Flynn” dal nome dal lavoro effettuato dal ricercatore neozelandese James Flynn, descriveva il fenomeno per cui il quoziente di intelligenza degli umani cresceva ad un ritmo di circa tre punti di QI per decennio fino a tutto il 20esimo secolo.

Anche se, ad oggi, non esiste un parere unanime della comunità scientifica sulla definizione di intelligenza, in generale la si può definire come la capacità di adattare il proprio pensiero di fronte al mutare delle circostanze, al fine di raggiungere determinati obiettivi.

I test del QI sono quindi delle prove che tentano di stimare l’intelligenza di un individuo in base alle risposte fornite. Il loro più grande problema è che, mancando una chiara definizione di intelligenza, non si sa realmente cosa misurino, ma nonostante tutto continuano a essere largamente utilizzati per la loro cosiddetta validità predittiva.

In generale, il quoziente intellettivo è il rapporto stabilito tra l’età anagrafica e l’età mentale di un individuo. Data l’età anagrafica, per calcolare il QI bisogna definire l’età mentale tramite alcuni test appositamente studiati. Uno dei più noti test d’intelligenza è sicuramente il WAISWechsler Adult Intelligence Scale, valido dai 16 ai 90 anni.  Il risultato ottenuto dal test va diviso per l’età anagrafica e moltiplicato per cento.

Il quoziente intellettivo consiste in una serie di circa trenta test, messi a punto nel 1906 dallo psicologo francese Alfred Binet per il Ministero dell’Istruzione francese. L’obiettivo era quello di scoprire i bambini con difficoltà di apprendimento in modo da poter fornire loro un supporto personalizzato. Da allora è stato adattato e modificato a più riprese.

Attenzione però: il QI valuta il quoziente intellettivo e non il “Quoziente di Intelligenza”. Non si tratta infatti di misurare l’intelligenza, ma piuttosto di stabilire un confronto con una popolazione di riferimento o con la persona stessa, per valutare, per esempio, lo sviluppo delle sue capacità intellettuali.

Come abbiamo detto, sono ancora largamente utilizzati, ma i risultati che ottengono i nostri giovani purtroppo non sono troppo lusinghieri: a quanto pare i ragazzi di oggi sono più “stupidi” dei loro genitori.

Nello specifico, i punteggi dei test sul Quoziente d’Intelligenza hanno cominciato a scendere a partire dagli anni ’70, con una media di 7 punti per ogni generazione: lo ha scoperto la ricerca condotta su 730.000 test dal 1970 al 2009, da Bernt Bratsberg e Ole Rogeberg del Centro Ragnar Frisch per la Ricerca Economica in Norvegia.

Tutti i partecipanti si preparavano a iniziare il servizio militare per il Paese nordico, e sono stati così sottoposti ai test standard per valutare il loro quoziente intellettivo. Mettendo a confronto i risultati dei test, è quindi emerso che i ragazzi di oggi sono sensibilmente più ‘stupidi’ di quelli di 40-50 anni fa.

La ricerca norvegese ha trovato che il calo dei punteggi si verifica anche all’interno delle stesse famiglie, fra fratelli maggiori e minori: le ragioni non sembrerebbero quindi di carattere demografico, come l’accumulo di geni non vantaggiosi in fasce particolari della popolazione ipotizzato in passato.

Si pensa piuttosto a cambiamenti nello stile di vita e nelle abitudini dei ragazzi – che cosa e quanto leggono, come trascorrono il tempo libero, che tipo di istruzione ricevono – o anche, a un mancato adattamento del test del QI all’intelligenza moderna.

I risultati dello studio seguono quelli di un’altra ricerca condotta dallo stesso Flynn, nella quale emerse che il QI medio degli adolescenti britannici era sceso di 2 punti in 28 anni.

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