Diciamocela tutta: rispetto ai vecchi e cari cellulari di una volta, gli smartphone odierni hanno una vita media molto minore, vanno cambiati nel giro di qualche mese, e l’impatto sull’ambiente è più forte di quello che si potrebbe pensare.
Non solo perché i suoi componenti non vengono riciclati a dovere una volta che vengono dismessi, ma molto spesso e troppo semplicemente li si butta via nella pattumiera, ma anche perché per la produzione di ognuno di questi dispositivi elettronici c’è bisogno di tanta energia e risorse che impattano negativamente sull’ambiente.
Secondo uno studio condotto da Friends of the Earth, una rete di organizzazioni ambientali di 74 Paesi, per la produzione di uno smartphone di ultima generazione sono necessarie circa 13 tonnellate di acqua, poco meno delle 14 e mezzo che servono per un paio di stivali.
lo studio ‘Mind your step’ invita l’industria globale a prestare attenzione non solo all’impronta di carbonio dei loro prodotti, ma anche ad altri fondamentali indicatori come il consumo di risorse idriche e di suolo. Ecco allora perché fornisce un’idea di quanta acqua vada utilizzate per produrre i prodotti che noi comunemente usiamo e acquistiamo: per una t-shirt ad esempio servono circa 4 tonnellate d’acqua mentre la superficie di suolo usata è poco più di 4 metri quadrati, per una barretta di cioccolato serve invece quasi una tonnellata e mezzo d’acqua e più di 2,5 metri quadrati di suolo.