Per coloro che sono frequentatori di pizzerie, certamente non è una novità sapere che la pizza è certamente uno degli alimenti più conosciuti al mondo, quella che negli Stati Uniti chiamano “pizza napoletana” rappresenta praticamente uno dei simboli della gastronomia mediterranea, la pizza è diventata un piatto universalmente riconosciuto tanto da entrare a far parte di diritto nei menu dei più rinomati chef internazionali.
Già diffusissima nei secoli precedenti, nel giugno 1889, il cuoco Raffaele Esposito scelse questo alimento per onorare la Regina d’Italia Margherita di Savoia, apportando un’ulteriore modifica alla ricetta.
Egli infatti creò la “Pizza Margherita”, condita con pomodori, mozzarella e basilico, per rappresentare i colori della bandiera italiana, aggiungendo per primo il formaggio a pasta filata. La “Margherita” divenne presto il piatto preferito della Regina trasformando quello che era nato come piatto dei poveri in un piatto regale e in quello che noi tutti conosciamo oggi come Pizza.
Dal punto di vista nutrizionale, la pizza è da considerarsi un piatto unico (anche se non perfettamente equilibrato), poiché, come definizione vuole, contiene tutti i macronutrienti che dovrebbero essere assunti ad ogni pasto secondo una dieta equilibrata: carboidrati , proteine , grassi ,oltre alle fibre.
Naturalmente, la pizza, come tutti gli altri alimenti, non andrebbe assunta tutti i giorni o addirittura a tutti i pasti. Una pizza di grandezza normale apporta mediamente 700 calorie (Kcal) dovute alla tanta farina necessaria, all’olio d’oliva e alla mozzarella, che per quanto sembri un formaggio leggero, nelle quantità solitamente usate per condire una pizza (attorno ai 120 g) apporta in realtà circa 300 Kcal.
C’è chi addirittura se la vieta per i troppi grassi che, con la miriade di condimenti che ci si possono mettere sopra, apporta, ma c’è una novità capace di accontentare anche i più golosi.
Al Napoli Pizza Village, in programma dal primo al 10 giugno sul lungomare di Napoli, sarà presentata la Pizza Pascalina, nata da un progetto dell’Istituto dei Tumori di Napoli Fondazione Pascale, che mira alla diffusione di un comportamento sano e attento ad una corretta alimentazione anche attraverso la pizza grazie allo studio di gruppo di esperti di diverse discipline e che ora mette in rete ristoratori, produttori, consumatori, e ricercatori per un unico obiettivo, di salvaguardia della salute.
La pizza anti tumore, quindi, non è affatto uno slogan salutista un po’ forzato e alla ricerca di pubblicità bensì un prodotto certificato dai ricercatori dell’Istituto per la lotta ai tumori Pascale di Napoli. Tant’è che la pizza si chiama appunto Pascalina.
Farina di frumento, friarielli campani a crudo, pomodorini di Corbara o San Marzano, olive di Caiazzo, olio extra vergine d’oliva del Cilento, aglio e peperoncino: questi gli ingredienti perfetti per «vivere bene e più a lungo», secondo uno studio degli scienziati del Pascale che hanno voluto realizzare una pizza capace di ridurre il rischio di malattie cardiovascolari e di alcuni tipi di tumori dell’apparato digestivo, incluso il tumore al colon.
Grazie ai suoi ingredienti può essere consumata come pasto principale anche due volte a settimana ed è stata inserita nella Piramide Alimentare Pascaliana, che applica i principi della dieta Mediterranea ma si basa anche sulle linee guida contro i tumori della World Cancer Research Fund e sulle evidenze scientifiche più recenti su dieta e prevenzione dei tumori.
Dove trovarla? Nello stand della pizzeria «Don Peppe», una delle 50 pizzerie presenti alla grande kermesse in arrivo a Napoli.