La Grande Piramide di Giza, una delle sette meraviglie del mondo, potrebbe nascondere un segreto straordinario: secondo una teoria avanzata da alcuni ricercatori, fra cui l’ingegnere aerospaziale in pensione Christopher Dunn, sarebbe stata progettata per raccogliere e convogliare energia. Grazie a recenti esperimenti, è emerso che specifiche camere interne, come la Camera del Re e la Camera della Regina, sembrano concentrare le onde elettromagnetiche al loro interno. Un’ipotesi che rivoluziona la visione classica di questa imponente costruzione egizia, spesso considerata soltanto come tomba di un faraone.

Come funzionerebbe la “centrale elettrica” di Giza
Stando alla teoria di Christopher Dunn, all’interno della piramide si sarebbero miscelate due sostanze chimiche in grado di generare idrogeno, sfruttato poi per produrre energia. In un’intervista, Dunn ha sottolineato come l’intera struttura sembri realizzata con una precisione ingegneristica incredibile, tale da supportare una funzione pratica ben definita. Al pari delle moderne centrali elettriche – che intrappolano l’energia da carbone, sole o vento – la Grande Piramide avrebbe dunque agito come un colossale accumulatore di energia.
Punti chiave della teoria:
- Progettazione avanzata: la posizione, le dimensioni e l’orientamento della piramide non sarebbero casuali, ma frutto di calcoli accurati.
- Camere interne strategiche: la Camera del Re e quella della Regina avrebbero un ruolo cruciale nella canalizzazione delle onde elettromagnetiche.
- Reazioni chimiche: la produzione di idrogeno sarebbe al centro del processo di generazione energetica.
- Conoscenze tecnologiche sofisticate: secondo Dunn, gli antichi egizi disponevano di strumenti e metodi costruttivi più avanzati di quanto si pensasse, benché non siano ancora stati rinvenuti reperti che lo confermino.
Quesiti ancora irrisolti
Se la Grande Piramide fosse davvero una “centrale elettrica” ante litteram, emergono domande affascinanti: quale tipo di energia veniva realmente raccolta, per quali scopi e come avrebbero fatto gli egizi a padroneggiare tecnologie così evolute senza lasciare prove tangibili? Nonostante decenni di analisi computerizzate e ipotesi all’avanguardia, nessun macchinario o strumento coerente con questa teoria è stato ritrovato.
Le ricerche proseguono, spinte dall’interesse suscitato da scoperte e sperimentazioni. Tra verità storica e ipotesi futuristiche, la Grande Piramide continua a essere oggetto di studio e di fascino per scienziati, curiosi e appassionati di archeologia, in attesa che nuove prove possano confermare o smentire definitivamente questa teoria rivoluzionaria.