Gli scienziati sono giunti alla conclusione che più lentamente muta il codice genetico, più a lungo una persona vive.
Ecco perchè gli esseri umani vivono più a lungo degli animali
Uno studio che tenta di far luce sui cambiamenti genetici con l’invecchiamento ha scoperto che, nonostante le enormi differenze nella durata e nelle dimensioni della vita, diverse specie animali finiscono la loro vita naturale con la stessa quantità di cambiamenti genetici.
I ricercatori del Wellcome Sanger Institute hanno condotto uno studio genetico su 16 specie, tra cui esseri umani, topi, leoni, giraffe, tigri e la talpa glabra, longeva e altamente resistente al cancro, confermando che tassi di mutazione più lenti portano a una vita più lunga.
Una mutazione è un cambiamento nella sequenza del DNA che, secondo il National Human Genome Research Institute, può essere il risultato di errori di copia del DNA commessi durante la divisione cellulare, l’esposizione a radiazioni ionizzanti, l’esposizione a sostanze chimiche chiamate mutageni o l’infezione da virus. Queste stesse mutazioni sono alla base del cancro.
Uno studio pubblicato sulla rivista Nature suggerisce che i tassi di mutazione somatica sono evolutivamente limitati e possono essere un fattore che contribuisce all’invecchiamento.
I cambiamenti genetici, noti anche come mutazioni somatiche, si verificano in tutte le cellule durante la vita di un organismo.
Questo è un processo naturale in cui le cellule acquisiscono tra 20 e 50 mutazioni all’anno negli esseri umani. La maggior parte di queste mutazioni sarà innocua, ma alcune di esse possono interrompere la normale funzione cellulare e portare al cancro.
“È stato sorprendente trovare un modello simile di cambiamenti genetici negli animali che differiscono l’uno dall’altro. Ma l’aspetto più interessante dello studio deve essere la scoperta che la durata della vita è inversamente correlata ai tassi di mutazione somatica“, ha affermato il dottor Alex Kagan del Wellcome Sanger Institute.
I ricercatori hanno generato sequenze dell’intero genoma da 208 frammenti intestinali prelevati da 48 persone per misurare i tassi di mutazione nelle singole cellule staminali intestinali.
L’analisi del genoma ha mostrato che le mutazioni somatiche si accumulavano linearmente nel tempo e che erano causate dagli stessi meccanismi in tutte le specie, compreso l’uomo, nonostante le loro diverse diete e storie di vita.
Gli scienziati hanno anche notato che il tasso di mutazione somatica è diminuito all’aumentare della durata della vita di ciascuna specie.