Ogni notte, mentre dormiamo, la nostra mente ci conduce in mondi surreali, popolati da immagini intense, emozioni vivide e narrazioni spesso bizzarre. Eppure, al risveglio, molti non riescono a ricordare nulla, mentre altri conservano nella memoria ogni dettaglio. Cosa determina questa differenza? Un recente studio pubblicato su Communications Psychology offre nuove risposte, rivelando che ricordare i sogni non è solo questione di fortuna, ma il risultato di una combinazione di fattori cognitivi, psicologici e ambientali.

Il sogno come esperienza sfuggente: perché è difficile ricordarlo?
Secondo la neuroscienziata Valentina Elce, tra gli autori della ricerca, i sogni sono eventi soggettivi e volatili. La loro natura effimera li rende difficili da studiare, poiché vengono facilmente cancellati dalla mente al risveglio. Le emozioni, lo stress, la qualità del sonno e persino le esperienze vissute il giorno prima possono influenzare profondamente la capacità di conservarne traccia nella memoria.
Durante il sonno, il cervello segue schemi di funzionamento differenti rispetto allo stato di veglia. Questo rende complesso capire come i ricordi dei sogni vengano immagazzinati — o, nella maggior parte dei casi, persi.
Lo studio: 4 anni di ricerca, 217 partecipanti e numerosi test
Per superare queste difficoltà, i ricercatori hanno osservato 217 persone di età compresa tra 18 e 70 anni, nel corso di quattro anni (2020–2024). I partecipanti hanno tenuto un diario dei sogni, sono stati sottoposti a test cognitivi e psicologici, e hanno utilizzato dispositivi EEG per monitorare l’attività cerebrale durante il sonno.
Uno degli aspetti più interessanti emersi riguarda l’interferenza cognitiva: le distrazioni al risveglio — come controllare il telefono, pensare agli impegni quotidiani o correre al lavoro — agiscono come “rumori mentali” che soffocano la fragile memoria dei sogni.
Fattori che aumentano la probabilità di ricordare i sogni
1. Capacità di ignorare le distrazioni:
Chi riesce a concentrarsi su sé stesso appena sveglio, evitando stimoli esterni, ha più possibilità di recuperare i ricordi onirici.
2. Interesse personale verso i sogni:
Chi attribuisce valore ai sogni — per introspezione, spiritualità o semplice curiosità — tende a ricordarli più spesso. Scrivere un diario dei sogni aiuta a rafforzare questa connessione.
3. Tendenza a divagare mentalmente:
Le persone abituate a perdersi nei propri pensieri durante il giorno sembrano avere un accesso più diretto ai contenuti inconsci, compresi quelli onirici.
4. Fase del sonno al risveglio:
I sogni più vividi si verificano nella fase REM. Svegliarsi in questo momento aumenta significativamente la probabilità di ricordare l’esperienza. Al contrario, svegliarsi durante il sonno profondo (non-REM) riduce la possibilità di fissare i ricordi dei sogni nella memoria.
Età, stagioni e memoria onirica: cosa incide davvero?
Il ricordo dei sogni tende a diminuire con l’età, non perché si sogna meno, ma a causa della naturale perdita di efficienza della memoria e della concentrazione. Anche le stagioni giocano un ruolo: durante l’inverno, complice un sonno più lungo e profondo, le possibilità di ricordare i sogni si riducono. Lo suggerisce uno studio del 2024 che associa le giornate più corte a cicli di sonno più stabili e meno interrotti.
I sogni hanno uno scopo evolutivo?
Un aspetto affascinante della ricerca è la domanda se ricordare i sogni abbia un valore adattivo. Sebbene la scienza non abbia ancora risposte definitive, alcune teorie suggeriscono che sognare aiuti a elaborare emozioni complesse e simulare situazioni pericolose in un contesto sicuro. Ricordare i sogni potrebbe quindi rappresentare una forma di “allenamento mentale” per affrontare le sfide della vita reale.
Valentina Elce spiega: “I sogni riflettono le nostre preoccupazioni e pensieri profondi. Ricordarli può offrire preziosi spunti per comprendere noi stessi e anticipare le reazioni a eventi futuri.”
Come ricordare meglio i sogni? Alcuni consigli pratici
Anche se lo studio non si è focalizzato su tecniche specifiche, i risultati suggeriscono alcune strategie efficaci:
- Tenere un diario dei sogni: scrivere ciò che si ricorda appena svegli rafforza la memoria onirica.
- Ridurre le distrazioni al risveglio: evitare notifiche, luci forti o pensieri ansiosi subito dopo il sonno.
- Usare app per monitorare il sonno: alcuni strumenti possono aiutare a svegliarsi durante la fase REM.
- Praticare la consapevolezza durante il giorno: aumenta l’attenzione ai contenuti mentali e facilita il richiamo dei sogni.
Conclusioni
Il mondo dei sogni resta ancora in gran parte avvolto nel mistero, ma la scienza sta facendo progressi significativi nel comprenderne i meccanismi. Ricordare i sogni non è un dono riservato a pochi, ma una capacità che si può coltivare con consapevolezza e attenzione. Comprendere i propri sogni può offrire una finestra preziosa sulla mente e sulle emozioni, aiutandoci a conoscere meglio noi stessi — anche mentre dormiamo.