Per la scienza le esperienze pre-morte sono una nuova realtà

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Christoph Koch, neuroscienziato americano e direttore dell’Allen Institute for Brain Research, ha recentemente raccontato la sua esperienza di morte clinica vissuta durante il Covid-19, un evento che ha profondamente influenzato il suo modo di vedere la vita e la morte. Koch ha descritto questa esperienza come un viaggio straordinario, segnato da una luce intensa, sentimenti di estasi e terrore, e una perdita totale del senso di sé e del tempo. La sua storia si inserisce in un filone di studi che sfida le teorie tradizionali sulla coscienza e che desta grande interesse nella comunità scientifica.

Per la scienza le esperienze pre-morte sono una nuova realtà

Esperienze di Pre-Morte: Una Fenomenologia che Rende la Scienza Scettica

Le esperienze di pre-morte, per secoli trattate come allucinazioni o interpretazioni mistiche, sono ora oggetto di studio scientifico. In particolare, una ricerca condotta dalla Langone School of Medicine della New York University, guidata dal dottor Sam Parnia, ha esplorato le esperienze di circa 2.000 pazienti sopravvissuti alla morte clinica. I risultati sono sorprendenti: il 40% di loro ha riferito sensazioni simili a quelle descritte da Koch, come una profonda consapevolezza di ciò che avveniva intorno a loro, nonostante il cervello fosse considerato “spento” dal punto di vista medico.

Testimonianze di Esperienze Straordinarie: Il Caso di Jeffrey Olsen

Un esempio particolarmente affascinante è quello di Jeffrey Olsen, vittima di un grave incidente stradale, che ha raccontato di aver visto la moglie, deceduta durante lo stesso evento, esortarlo a tornare in vita per il bene del loro figlio. Olsen descrive questa esperienza come incredibilmente reale, una visione che ha trasformato radicalmente il suo approccio alla vita e alla morte.

Il Cervello Durante la Morte Clinica: Nuovi Studi sul Funzionamento Neurale

Gli studi più recenti, come quelli condotti dal professor Jimoh Borjigin dell’Università del Michigan, indicano che il cervello non smette completamente di funzionare durante la morte clinica; anzi, si attiva in modi sorprendenti. È stata rilevata una produzione aumentata di ormoni come norepinefrina, dopamina e serotonina, sostanze che potrebbero spiegare gli stati di lucidità e le visioni straordinarie riportate dai pazienti.

Verso una Nuova Comprensione della Coscienza

Queste scoperte sollevano interrogativi affascinanti, portando a rivalutare la concezione della coscienza e della vita oltre la morte. Ciò che una volta era considerato mero territorio filosofico sta ora entrando nel dominio della scienza. La ricerca sul funzionamento cerebrale in stati di pre-morte potrebbe segnare una nuova era nella comprensione delle capacità della mente umana e della natura della coscienza.

L’interesse per questi fenomeni è destinato a crescere, man mano che ulteriori ricerche continueranno a esplorare cosa accade realmente al cervello in momenti di vita sospesa, aprendo la strada a nuove prospettive che potrebbero cambiare la nostra percezione della vita e della morte.

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