Gli scienziati hanno rilevato che i viaggi interplanetari a lungo termine possono compromettere seriamente la salute renale degli astronauti.
Questa scoperta solleva dubbi sulla fattibilità delle missioni di lunga durata nello spazio profondo, aprendo al contempo nuove prospettive per la medicina. Pubblicato sulla rivista Nature Communications, lo studio dimostra che le condizioni nello spazio, come la microgravità e le radiazioni, possono causare un “rimodellamento” dei reni, con conseguenti danni permanenti.
La ricerca è stata condotta analizzando la funzione renale e i biomarcatori di 66 astronauti, nonché i reni di roditori inviati alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS).
Il dottor Keith Sue, autore dello studio, ha dichiarato a IFLScience che un anno sulla stazione spaziale equivale a cinque anni di esposizione sicura alle radiazioni per un lavoratore di una centrale nucleare. Tuttavia, diversamente dall’ISS, dove il campo magnetico terrestre offre una protezione, le missioni di lunga durata nello spazio profondo espongono gli astronauti a quantità maggiori di radiazione cosmica galattica (GCR).
Il professor Stephen B. Walsh, autore senior dello studio, ha sottolineato l’importanza dei reni nelle missioni spaziali e la necessità di sviluppare misure tecnologiche o farmaceutiche per proteggerli dalle radiazioni galattiche.
Questa scoperta potrebbe avere implicazioni significative anche per la medicina terrestre, poiché eventuali farmaci sviluppati per proteggere gli astronauti potrebbero aiutare i pazienti oncologici a tollerare dosi più elevate di radioterapia.
Nonostante i ricercatori avvertano che i loro modelli potrebbero non catturare completamente gli effetti del volo spaziale, enfatizzano la necessità di ulteriori studi per comprendere appieno l’impatto delle condizioni spaziali a lungo termine sul corpo umano.
Marte, più piccolo della Terra, ha un’atmosfera sottile composta principalmente da anidride carbonica e presenta calotte polari di acqua e anidride carbonica congelata. Inoltre, il pianeta rosso è soggetto a tempeste di polvere che possono durare mesi o anni, e presenta tracce di antichi fiumi e laghi. Infine, Marte ospita vulcani, tra cui Olympus Mons, il più grande vulcano del sistema solare.