Papa Francesco è senza dubbio un papa vicino alla sua gente e alle problematiche che soprattutto le popolazioni più povere del mondo sono costrette ad affrontare ogni giorno.
In primis, naturalmente, la mancanza di acqua e cibo: nonostante siamo nel terzo millennio e ci sono popoli come il nostro che ne sprecano a tonnellate ogni giorno, esistono milioni di persone che si ritrovano ancora a morire per malnutrizione e siccità.
Papa Francesco lancia così un monito, ricevendo in udienza i partecipanti alla sessione della Fao, in corso a Roma dal 6 al 13 giugno: “l’accesso al cibo necessario è un diritto di tutti. E i diritti non consentono esclusioni!”.
“Per sfamare il mondo preoccupano giustamente i cambiamenti climatici, ma non possiamo dimenticare la speculazione finanziaria”, ha affermato Papa Bergoglio che chiede alla Fao di “convincerci che i prodotti della terra hanno un valore che possiamo dire ‘sacrò’ perché frutto del lavoro quotidiano di persone, famiglie, comunità, contadini”.
Non manca neppure l’attacco alle multinazionali sul tema dell’acqua: “L’acqua resta simbolo di vita. La Fao dovrebbe aiutare a rivedere i modelli di comportamento mondiali e “garantire oggi e in futuro, che tutti possano accedere all’acqua”.
“Non basta – ha ammonito poi – fare il punto sulla nutrizione nel mondo, anche se aggiornare i dati e’ necessario, perche’ ci mostra la dura realta’. Puo’ certo consolarci sapere che quel miliardo e 200 milioni di affamati del 1992 si e’ ridotto, anche con una popolazione mondiale in crescita. Serve a poco, pero’, prendere atto dei numeri o anche progettare una serie di impegni concreti e di raccomandazioni da applicare alle politiche e agli investimenti, se tralasciamo l’obbligo di debellare la fame e prevenire qualsiasi forma di malnutrizione, in tutto il mondo”.