A Palermo è stato catturato l’assassino del clochard bruciato vivo.
C’era da aspettarselo che lo avrebbero catturato in breve tempo.
L’assassino, il criminale che ha ucciso bestialmente il povero clochard, si era pure bruciato una mano nel compiere l’efferata azione.
E il tutto era stato ripreso puntualmente da una telecamera.
Giuseppe Pecoraro è il nome del mostro, il quale non ha potuto far altro che confessare.
Non sappiamo se questa sia un’attenuante, ma sappiamo che ha agito con premeditazione, per futili motivi, ed è riuscito a dare una morte orrida, fra atroci sofferenze, al poveraccio che stava dormendo.
Secondo l’assassino, la sua vittima, il povero Marcello Cimino, avrebbe fatto delle insinuazioni sulla sua compagna.
Un delitto passionale, dicono. Ma quale passione. E’ un delitto frutto di una cultura barbarica, vetero-maschilista, una cultura bastarda del possesso, per cui un compagno o una compagna sono un oggetto di proprietà, e non si tocca e nemmeno si insidia, pena anche la morte.
Nessun attenuante morale quindi, ma solo la giusta punizione per chi si è comportato in maniera così belluina.
La vittima era pure stata a pranzo insieme al carnefice e alla sua compagna qualche giorno prima. Brava la Polizia che lo ha individuato subito, cercato e arrestato.