Le donne hanno lottato per anni per avere maggiori diritti in ambito lavorativo e la maggior parte delle loro lotte si sono concentrate sulla garanzia di vedersi preservare il proprio lavoro e i propri diritti anche in caso di maternità, avendo naturalmente un congedo retribuito e la certezza della reintegrazione sul posto di lavoro.
Diritti sacrosanti, ottenuti con sudore e fatica, ma che provocano ancora problemi in un ospedale, evidentemente non attrezzato a far fronte a una marea di richieste di congedo per maternità arrivate nello stesso periodo di tempo.
Se il tasso di natalità in Italia continua a scendere, Padova sembra andare controcorrente: sono 130, secondo i sindacati, le infermiere e 16 le ostetriche in dolce attesa nell’ospedale veneto. Una situazione che rischia di mettere in crisi reparti strategici come le terapie intensive e la gastroenterologia.
Per un organico che in teoria è composto da 2.100 infermieri, i fiocchi rosa e azzurri in arrivo rischiano di far saltare i turni in sala operatoria, diventando una vera e propria emergenza.
Non ci stanno comunque le dirette interessate: il problema, dicono, non è causato dal fatto che siamo rimaste incinte, ma si tratta di una carenza di organico che risale a molto tempo addietro. In buona sostanza, alla carenza di organico precedente, si è sommata la concomitanza delle gravidanze e, la mancata sostituzione del personale.