Per i pochi che non ne fossero a conoscenza, dato il successo riscosso oltreoceano ma anche nel nostro paese tra gli appassionati del genere, è una serie televisiva statunitense trasmessa in streaming su Netflix, ideata da Jenji Kohan e prodotta da Lionsgate Television.
La serie è ispirata alle memorie di Piper Kerman Orange Is the New Black: My Year in a Women’s Prison.
Solo qualche giorno fa, per promuovere la quinta stagione della serie, che sarà disponibile su Netflix dal 9 giugno, la piattaforma di streaming on demand aveva deciso di uscire dal web e di andare nelle strade: la campagna promozionale, infatti, consiste in alcuni murales che si possono trovare negli Stati Uniti, in Canada ed in Australia e che Netflix ha commissionato ad alcuni artisti del luogo.
Un modo questo anche per rendere omaggio al personaggio di Poussey (Samira Wiley), morto nel finale della quarta stagione quando, appena scoppiata una rivolta tra le detenute della prigione, la giovane guardia giurata Bayley, preso alla sprovvista, mette a terra la ragazza, togliendole il respiro e soffocandola, ma soprattutto per tenere alta l’attenzione in attesa del 9 giugno.
Peccato che, nelle scorse ore, per non essersi piegata al ricatto di un hacker che si fa chiamare The Dark Overlord, Netflix si è vista «piratare» e trasmettere sul sito Pirate diversi episodi della prossima stagione proprio di questa serie.
The Dark Overlord aveva minacciato Netflix che se non avesse pagato un riscatto, la cui entità non è stata specificata, gli episodi sarebbero stati rilasciati online. E così è stato.
L’’hacker sostiene di avere rubato altre serie da Netflix e da altri studi, tra cui ABC, National Geographic e Fox. The Dark Overlord ha promesso di rilasciare i titoli anche di tali reti a meno che non vengano pagati ricatti «modesti».
Da Netflix nessun commento in merito alla vicenda, anche se in precedenza la società aveva fatto sapere che un piccola casa di produzione che lavora con diversi importanti studi televisivi aveva subito una violazione.