Oggi, sembra che tutto possa essere etichettato come “tossico“, persino la felicità. Essere ottimisti, un tempo considerato un tratto di personalità vantaggioso, potrebbe trasformarsi in un comportamento insopportabile se portato agli estremi. Questo fenomeno prende il nome di positività tossica.

Ma cos’è davvero la positività tossica? Secondo Psychology Today, si tratta di un atteggiamento che porta a evitare, sopprimere o rifiutare emozioni e esperienze negative, insistendo esclusivamente su pensieri e sentimenti positivi. Un atteggiamento che, sebbene nasca da intenzioni apparentemente sane, può avere conseguenze dannose sia per sé stessi che per chi ci circonda.
Il pericolo di vedere sempre “il bicchiere mezzo pieno”
Adottare un approccio positivo nella vita può sicuramente essere un punto di forza, ma ignorare sistematicamente le emozioni negative rischia di trasformarsi in un problema. Gli esperti sottolineano che la positività tossica non riguarda solo il modo in cui si gestiscono i propri sentimenti, ma anche come si reagisce a quelli degli altri. Ad esempio, minimizzare il disagio altrui con frasi come “Andrà tutto bene” o “Devi solo pensare positivo” può invalidare i loro sentimenti e amplificare il senso di isolamento.
Un test per scoprire se soffri di positività tossica
Per aiutare le persone a riflettere su questo atteggiamento, il team del laboratorio di ricerca sulle differenze individuali (IDR) ha sviluppato un quiz di tre minuti basato sul lavoro dello psicologo Jamie Zuckerman. Il test, composto da dieci affermazioni, invita gli utenti a valutare quanto si riconoscono in frasi come:
- “Nascondo o maschero i miei sentimenti negativi.”
- “Minimizzo le esperienze difficili usando frasi motivazionali.”
- “Ignoro i problemi con atteggiamenti fatalisti, ad esempio dicendo ‘Le cose stanno così’.”
Le risposte, articolate su tre livelli – “Non mi descrive”, “Mi descrive in parte”, e “Mi descrive completamente” – aiutano a comprendere quanto l’ottimismo possa essere spinto oltre il limite.
Va sottolineato che il test non sostituisce una valutazione psicologica professionale e deve essere considerato esclusivamente un esercizio di introspezione.
Quando l’ottimismo è un bene (e quando diventa tossico)
Mostrare gratitudine e avere un atteggiamento positivo rimane, comunque, un comportamento salutare. Secondo gli esperti, la positività diventa problematica solo quando serve a ignorare, respingere o minimizzare le emozioni negative.
Ad esempio, dire a una persona in difficoltà di “sorridere e andare avanti” non solo invalida i suoi sentimenti, ma può anche impedirle di affrontare il problema alla radice. Sul piano personale, reprimere le emozioni negative può portare, paradossalmente, ad amplificarle nel tempo.
Come sottolineano i creatori del test, “le emozioni negative fanno parte della vita e del nostro percorso umano. Viverle in modo pieno – senza reprimerle – è essenziale per il nostro equilibrio psicologico”.
Conclusioni
La positività è certamente una risorsa, ma solo se vissuta in equilibrio con le altre emozioni. Riconoscere e affrontare i momenti difficili non significa essere negativi, ma semplicemente umani. In un mondo sempre più orientato alla ricerca del “pensiero positivo”, ricordiamoci che anche il lato oscuro delle emozioni ha un ruolo importante nella nostra crescita personale.
Se sospetti di cadere nella trappola della positività tossica, prendersi un momento per riflettere – magari con l’aiuto di un professionista – potrebbe essere il primo passo per ristabilire un sano equilibrio emotivo.