Non è la prima volta, in Italia come nel resto del mondo, che l’argomento torna prepotentemente alla ribalta: se tra gli adulti, sempre più scelgono di seguire un regime alimentare vegetariano o addirittura vegano, escludendo ogni derivato animale, è giusto che anche ai neonati sia imposto un regime del genere, con tutti i rischi che ne conseguono?
Il caso di cui vi parliamo è descritto sulla rivista Pediatrics ed è accaduto in Spagna: ad appena sette mesi di vita ha sviluppato lo scorbuto, una malattia tipica del passato, perché i genitori, su consiglio di un medico, l’hanno nutrito solo con un latte artificiale a base di ingredienti vegetali.
Il bambino è arrivato in ospedale all’età di 11 mesi con irritabilità, scarso peso, e lamentandosi quando qualcuno gli toccava le gambe. Le analisi hanno mostrato che il bimbo aveva fratture al femore, perdita di massa ossea e un livello molto basso di vitamina C.
“La mamma – spiegano gli autori – ha raccontato che il bambino è stato nutrito con latte artificiale a base di latte di mucca nei primi mesi di vita, ma all’età di due mesi e mezzo ha sviluppato una reazione della pelle, e il dottore ha raccomandato un cambio nella dieta”. Il medico ha consigliato che il bambino fosse nutrito con latte vegetale di mandorla e con cereali come miglio e riso, oltre a sesamo e probiotici, per un lungo periodo entro il suo primo anno di vita. Il bambino ha rifiutato per tutto il tempo le puree di frutta e verdura integrative della sua alimentazione.
La diagnosi è stata dunque di scorbuto, una condizione che si verifica quando la dieta di una persona è gravemente carente di vitamina C, sostanza necessaria per produrre collagene, una proteina importante per la salute dei tessuti del corpo umano, come cartilagini, ossa, pelle e denti.