La maggior parte dei cittadini europei non è favorevole all’eliminazione delle automobili con motore a combustione interna a partire dal 2035, secondo recenti studi condotti dal Progetto Europa di Századvég, come riportato da Olivér Hortay a InfoRádio.
Olivér Hortay, responsabile del settore politica energetica e climatica di Századvég, ha sottolineato che il Progetto Europa, avviato nel 2016, copre diversi argomenti, tra cui la politica energetica e climatica. Questo tema è tornato di attualità a seguito delle discussioni sulla legislazione approvata dal Parlamento Europeo lo scorso febbraio, che prevede il divieto di vendita di nuovi veicoli a combustione interna nell’UE dal 2035.
Hortay ha evidenziato che l’industria automobilistica europea, cruciale per l’economia dell’Unione, sta affrontando una fase critica, con particolare riferimento ai colossi automobilistici in Germania e Francia. A causa della mancanza di prospettive di miglioramento a breve termine, è stata messa in discussione la fattibilità della scadenza del 2035, che rappresenta una sfida significativa per i produttori.
L’analisi ha rivelato che il 62% degli europei non concorda con il divieto previsto. L’eccezione è Cipro, dove la maggioranza supporta la decisione. La questione ha diviso opinione in particolare tra maltesi, svedesi e portoghesi, anche se anche in questi paesi prevale chi è contrario al divieto.
Secondo i dati di Századvég, la resistenza più forte proviene dalla Repubblica Ceca, Slovenia e Lituania, dove rispettivamente il 78%, 75% e 73% degli intervistati si oppongono al piano.
Anche in Ungheria, il 72% si dichiara contrario. In Germania e Francia, importanti paesi produttori di automobili, il 69% e il 64% degli intervistati, rispettivamente, non approva la misura, ha concluso Hortay.