Per fortuna i dati sono confortanti, e a fronte di un numero sempre crescente di persona che ogni anno si ammalano delle più svariate tipologie di neoplasie, è anche vero che il tasso di mortalità è sceso molto e le speranze di vita sono sempre maggiori, soprattutto se il male viene scoperto ai suoi primi stadi.
Certo è però che per combattere le neoplasie bisogna sottoporsi a cicli spesso estenuanti di chemioterapie e queste, nonostante i grandi passi in avanti fatti dalla scienza, hanno ancora troppi effetti collaterali, spesso anche molto dolorosi e fastidiosi per il paziente.
Nello specifico, otto persone su dieci durante e dopo le terapie soffrono di disturbi collaterali che possono però in gran parte essere arginati, con la prescrizione di cure ad hoc, facendo attività fisica e seguendo una corretta alimentazione.
I disturbi che possono andare a peggiorare la qualità della vita di un malato sono soprattutto senso di stanchezza perenne, vomito, nausea, stitichezza, diarrea e malessere generale. Tutti sintomi che possono anche impedire di tornare ad una vita normale ma che possono anche essere curati.
«Una migliore qualità di vita svolge un ruolo decisivo nell’adesione alle cure – spiega Francesco Cognetti, presidente “Fondazione Insieme contro il Cancro”, durante un convegno organizzato a Roma sull’argomento -. Spesso i pazienti interrompono i trattamenti proprio a causa dei disturbi causati dai farmaci. Per questo è fondamentale individuare, a paragonabile efficacia dei trattamenti, quei medicinali che garantiscono minori conseguenze indesiderate. Inoltre il numero crescente delle formulazioni orali che permettono al malato di curarsi a casa con il supporto dei familiari richiede una migliore collaborazione i medici di famiglia».