Certamente sarà la difficoltà di trovare un lavoro, altrettanto sicuramente influiranno un retaggio sociale vecchio secoli e il miraggio dei soldi facili, ma fatto sta che a Napoli è vera emergenza: non solo le fila della camorra si ingrossano a dismisura, ma di questi molto, troppi, sono ragazzini, quando non proprio bambini.
Se l’economia sommersa ormai vale quanto il Pil della Grecia, buona parte dei proventi viene proprio dai commerci della camorra e delle varie mafie, e i protagonisti a Napoli sono giovanissimi, come grida a gran voce il Cardinale Sepe.
“L’arruolamento dei ragazzi nelle file della malavita organizzata è la “guerra” di casa nostra- dice il vescovo – è la sconfitta della nostra comunità locale, è la bandiera a mezz’asta costantemente abbassata sulla nostra storia e sulle nostre conquiste”.
Sepe parla di una “terribile esplosione” e pensa alle baby-gang e ai giovani stretti in “una terribile morsa”. Il cardinale si preoccupa del “conto amaro dell’infanzia rubata, di un’età dell’esistenza azzerata dalla vigliaccheria di
chi non riesce neppure ad attendere i tempi di reclutamento per ingrossare le file del crimine e della malavita organizzata”.
Nella terra di Napoli, a giudizio del Cardinale Sepe, “la spirale di violenza e di odio non sembra mai placarsi”.