Certamente questa è una di quelle cose che non vi siete mai questi: ogni mattina indossate la vostra biancheria pulita, ma mica pensavate che le mutande sono sempre esistite?
Ebbene, no: come tutti gli indumenti che indossiamo, anche la biancheria intima ha una propria origine ed una propria evoluzione storica tutta da scoprire.
Le mutande, se le intendiamo come un semplice pezzo di tessuto utilizzato per nascondere o proteggere i genitali, sono con ogni probabilità il primo indumento indossato dagli esseri umani, ed infatti ne esistono prove archeologiche che hanno anche più di 7000 mila anni.
Ma se le intendiamo come indumento comune, la storia è molto più complessa. Se pensiamo alle epoche storiche più famose, gli antichi Romani non indossavano le mutande ed in alcuni casi si accontentavano della subligatula , un pezzo di stoffa con un capo che cingeva la vita e l’altro che passava in mezzo alle gambe.
E neppure i Greci i ponevano il problema di coprire le parti intime, anzi almeno in giovinezza le ostentavano.
Nel medioevo le mutande erano sostituite da un tipo di biancheria che era tutt’uno con il pantalone, di origine celtica, chiamato braies (da cui l’italiano “braghe”), lungo fino a metà gamba e molto comodo per i lavori manuali. Anche le donne indossavano questo indumento al di sotto delle gonne.
Nel corso dei secoli, ciclicamente, tornarono di moda o si perde interesse nei confronti delle mutande, ma la loro affermazione definitiva si ebbe all’inizio dell’800, legata all’avvento delle crinoline, le gabbie da infilare sotto la gonna: in caso di vento o problemi con la gonna, bisognava esser certi di coprire le parti intime.
Da allora è stato un tripudio di modelli, tessuti, forgie e colori: le mutande sono diventate addirittura un indumento di moda, da sfoggiare nel momento più adatto.