Finalmente, diremo noi, spiegato il perchè NON fare sesso influenza il nostro corpo, la buona notizia è che le statistiche mostrano, ad esempio in Inghilterra, che la persona media inglese ha rapporti intimi per circa 5.800 volte prima di morire, ma non sa che tali rapporti possono migliorare la propria salute, “scatenarsi” a letto, più di rado, può far accumulare una serie di problemi, come l’aumento del rischio di malattie cardiache. Una lista degli otto peggiori effetti collaterali dovuti alla mancanza di “rapporti intimi” è stata prodotta dal sito web di mindfulness HackSpirit.
Per pudore magari non lo si dice neppure agli amici più stretti, ma tutti noi almeno una volta ci siamo chiesti con che frequenza è normale fare sesso in una relazione stabile e quando si può definire normale e sana per la coppia la frequenza dei rapporti sessuali tra due persone che stanno insieme da molto tempo.
Se non esiste una risposta univoca, ed è tutto estremamente soggettivo, pare che in media la frequenza di rapporti sessuali considerata “normale” è una volta alla settimana. Anzi, 5 volte al mese, per l’esattezza.
A dirlo è il risultato di una ricerca pubblicata un paio di anni fa su Social Psychological and Personality Science, risultato di tre differenti studi condotti dall’Università di Toronto su oltre 30.000 americani nel corso di quarant’anni. Scopo della ricerca era scoprire la correlazione tra frequenza sessuale e felicità e le coppie più felici erano quelle che facevano sesso 5 volte al mese.
Ma neppure farlo ogni giorno fa male: fare l’amore è bello e fa bene all’umore e alla pelle, quindi a meno che il sesso non rappresenti un obbligo, non c’è nulla di male in questo tipo di frequenza. L’importante è che non diventi un chiodo fisso doverlo fare per forza, e che non rappresenti l’unica misura del vostro sentimento.
Pare certo invece che faccia male non farlo quasi mai: non fare sesso incide sulla salute, delle donne ma soprattutto degli uomini.
Sesso, farlo poco nuoce alla salute
A dimostrarlo un’indagine britannica sugli studi più recenti in materia, che sembra smentire l’adagio del celebre film ‘Niente sesso siamo inglesi’.
Andare costantemente in bianco aumenterebbe il rischio di tutta una serie di problemi di salute, dalle cardiopatie allo stress, fino a difficoltà erettili. A stilare la lista degli effetti collaterale della mancanza di sesso è il sito di mindfulness HackSpirit, che cita i risultati di recenti studi scientifici.
In primis, chi fa poco sesso potrebbe avere qualche problema dal punto di vista cardiovascolare. Infatti, fare sesso almeno due volte a settimana dimezza le possibilità di avere aterosclerosi, rispetto a chi fa l’amore una volta al mese.
Altre ricerche indicano che gli uomini che fanno più sesso hanno una migliore circolazione sanguigna e riducono il rischio di avere un tumore alla prostata. Mentre una ricerca pubblicata sul Journal of Sexual Medicine ha messo in evidenza come il sesso riduca i livelli di omocisteina negli uomini, una sostanza dannosa per il sistema cardiovascolare.
Fare poco sesso incide anche sul sistema immunitario. I rapporti sessuali permettono una miglior produzione di immunoglobulina A, un anticorpo che ci aiuta anche a combattere meglio l’influenza.
Ancora un altro studio, questa volta condotto dalle università di Oxford e Coventry, ha evidenziato come fare sesso in maniera regolare migliori le abilità cognitive: i vocaboli sono più fluidi e anche la percezione degli oggetti diviene migliore.
Fare poco sesso aumenta notevolmente i livelli di stress. Farne tanto, al contrario, aiuta a ridurlo. Inoltre, secondo uno studio pubblicato su Biological Psychology, il sesso tradizionale – a due, per intenderci – sarebbe meglio della masturbazione.
Alcuni uomini potrebbero avere problemi di erezione proprio perché fanno sesso troppe poche volte. Secondo un recente studio, infatti, questi problemi erano tipici di chi faceva sesso al massimo una volta a settimana. Le donne, invece, se fanno una pausa eccessiva tra una sessione e l’altra potrebbero assistere a una minor lubrificazione e, quindi, un maggior rischio di dolore durante i rapporti sessuali.