Per protestare contro le pellicce, le attiviste di Peta mascherate da coccodrillo, alla vigilia della Milano Fashion Week, si sono spogliate in Piazza Duomo.
A poche ore dall’inizio della Fashion Week milanese, tutto il fronte animalista è sceso in Piazza per protestare contro le pellicce.
Le ragazze della Peta, People for the Ethical Treatment of Animals, l’organizzazione no-profit a sostegno dei diritti animali fondata nel 1980 da Ingrid Newkirk e Alex Pacheco, si sono spogliate sfoggiando borse con scritte animaliste.
Quella della Peta non è stata l’unica protesta perché contro le pellicce è sceso anche il “Fronte animalista” che il 23 febbraio ha manifestato prima delle sfilate di Max Mara e Fendi con megafoni, cartelli e striscioni riportanti la scritta: “No fur – free animals” o “Basta pellicce”. Uno degli slogan? “Le pellicce vi fanno brutte e grasse”.
Contro le pellicce si schiera anche Elisabetta Canalis, la quale prima ha partecipato alla manifestazione per Peta Usa “Meglio nuda che in pelliccia” e poi ha lanciato un appello al direttore di “Vogue Italia” Emanuele Farneti: “Ogni giacca in pelliccia o taglio di pelliccia sono stati presi da un essere vivente terrorizzato che è stato catturato in natura o che ha vissuto una vita di miserie rinchiuso in una spoglia gabbia di metallo prima di essere affogato, folgorato, avvelenato o spellato vivo. Io, così come tanti dei vostri lettori, desidero vedere ‘Vogue’ muovere un passo verso un futuro compassionevole per la moda, impegnandosi a non promuovere la pelliccia sulle sue pagine”.