Certamente è presto e soprattutto affrettato parlare di rischio epidemia, ma questo non toglie che in Sardegna la meningite continua a far paura, coi numeri che continuano a salire.
Nelle scorse ore è stato segnalato un caso di sepsi da meningococco in un paziente ricoverato all’ospedale Sirai di Carbonia, nel Sulcis, successivamente trasferito d’urgenza all’ospedale SS. Trinità di Cagliari.
In base a quanto riferito dall’Azienda per la salute della Sardegna (Ats), il paziente -un operai di 41 anni – è in buone condizioni e non presenta febbre.
Il servizio di igiene e sanità pubblica di Carbonia ha avviato la profilassi antibiotica – come previsto in questi casi – per i familiari e le persone che sono state a stretto contatto con l’uomo.
Con quest’ultimo episodio, salgono a nove i casi di meningite registrati in Sardegna tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018. Come riferito dal Servizio sanitario locale, due pazienti hanno perso la vita dopo aver contrato la malattia.
Al momento – spiegano inoltre i sanitari– non risultano contatti dell’ultimo contagiato con persone colpite da precedenti contagi e nemmeno connessioni con discoteche o locali cagliaritani, come era accaduto per alcuni dei casi che si sono registrati all’inizio dell’anno.
Ricordiamo infatti che, in primis le due vittime, nei giorni precedenti la malattia avevano frequentato a Cagliari e Quartu le discoteche Cocò ed Fbi.
Già dieci giorni prima, all’indomani del contagio e del ricovero di un ragazzo di 19 anni di Gesico, il dirigente del Servizio di igiene e sanità pubblica dell’azienda sanitaria aveva spiegato che, “essendo il secondo caso di malattia invasiva batterica”, si poteva sostenere si fosse in presenza di un focolaio, “ma sicuramente non di un’epidemia”. Anche perché gli ultimi due episodi erano avvenuti “in un periodo ristretto e nello stesso luogo”, il Cocò.
Su questi presupposti la Procura di Cagliari ha aperto anche un fascicolo per verificare eventuali carenze dell’azienda sanitaria o dei gestori e dei proprietari dei locali.
Per i pochi che non conoscessero ancora questa temibile malattia, la meningite è un’infiammazione delle membrane (le meningi) che avvolgono il cervello e il midollo spinale. La malattia è generalmente di origine infettiva e può essere virale, batterica o causata da funghi.
La forma virale, detta anche meningite asettica, è quella più comune: di solito non ha conseguenze gravi e si risolve nell’arco di 7-10 giorni. La forma batterica è più rara ma estremamente più seria, e può avere conseguenze fatali.
La sepsi è una infiammazione sistemica causata dalla presenza dell’organismo nel sangue. La sua severità (a secondo del patogeno) può andare da una modesta febbricola che si risolve spontaneamente, sino a quadri con shock settici che possono evolvere in esito fatale.
Con la tosse, gli starnuti, i baci e parlando, le persone espellono milioni di piccole goccioline volatili. Le goccioline volatili provenienti dalle persone con una meningite infettiva contengono l’agente infettivo che l’ha causata. Pertanto, la loro inalazione, da parte delle persone che sono nelle vicinanze (entro due metri), può comportare la trasmissione del batterio, del virus o del fungo responsabile dell’infezione.
A facilitare la trasmissione della meningite (o, meglio, degli agenti infettivi che la causano), è la convivenza di molte persone in ambienti chiusi. È per questo motivo che sono particolarmente a rischio di ammalarsi gli scolari, gli studenti universitari, i militari e, in generale, tutti gli assidui frequentatori di luoghi di ritrovo assai affollati.