Secondo la definizione più comune, la medicina estetica è una branca medica, a carattere internistico, che si occupa di migliorare la qualità della vita di chi vive un disagio per un inestetismo. Inoltre propone un programma di prevenzione e terapia dell’invecchiamento generale e cutaneo e si occupa della correzione degli inestetismi dell’intero organismo.
Chi si rivolge oggi alla medicina estetica domanda, infatti, oltre alla correzione dell’inestetismo dichiarato, quando presente, una prescrizione utile per migliorare la qualità della vita relativa alla propria età e per mantenere negli anni una condizione fisica e mentale ottimale.
Normalmente, chi si rivolge ad un medico estetico lo fa per curare la cellulite, le smagliature, gli inestetismi del viso e quelli vascolari, le rughe, l’obesità e le adiposità localizzate. Le radici di questa disciplina affondando in settori della medicina come la dermatologia, la fisiatria, la scienza della nutrizione, l’internistica, ed è per questo che i trattamenti sono vari ma anche molto specifici ed è possibile agire sia sulla cura del corpo che su quella del viso.
Precisiamo, inoltre, che non esiste la specializzazione in medicina estetica: per potersi fregiare di questo titolo bisogna chiaramente essere laureati in medicina, avere una specializzazione in altri campi medici (per esempio in ginecologia o dermatologia) e aver conseguito, dopo la specializzazione medica, un diploma post-laurea a indirizzo estetico della durata di quattro anni.
Per operare in questo settore, è indispensabile quindi saper coniugare la conoscenza medica all’estetica, anche se, purtroppo ancora oggi c’è molta, troppa improvvisazione e troppo spesso, vediamo risultati disastrosi. Il medico, competente e preparato, deve conoscere la pelle e i problemi che la riguardano che possono essere infiniti e diversi, perché dipendono da molti fattori: l’età, la familiarità e i fattori ereditari che determinano le predisposizioni individuali, le abitudini della persona, l’ambiente in cui si vive, le malattie e l’assunzione di farmaci.
Medicina estetica nuovi standard per soddisfare i clienti
La cosa più importante che il medico deve poi chiarire al o alla paziente riguarda i tempi e le modalità di esecuzione, la frequenza, i disagi eventuali che devono essere affrontati. Fortunatamente non si tratta quasi mai di terapie invasive, quindi i disagi sono normalmente di breve durata e facili da affrontare.
Oggi sempre più persone vi guardano con interesse, anche perché voler rimediare a propri difetti o inestetismi del proprio corpo non significa essere vanitosi o superficiali, ma voler trovare un equilibrio fisico che possa dare giovamento anche allo spirito e alla mente: la cosa più importante della medicina estetica, infatti, è il suo poter assestare il benessere psico-fisico delle persone migliorando la salute del corpo anche da un punto di vista estetico.
Eppure, gli ultimi dati ICAMP hanno evidenziato un dato pari al 30% di insoddisfazione generale a riguardo delle pratiche mediche estetiche subite, dal botulino alla chirurgia più invasiva.
I dati sono stati presentati nel corso della Congresso ICAMP organizzato presso il NH Hotel di Assago, con un collegamento dei Centro Humanitas University di Rozzano, che ha previsto anche una presentazione in merito agli Standard Europei per la Medicina Estetica e le Pratiche non Chirurgiche per l’Estetica pubblicati dal Comitato Europeo di Normazione (CEN).
Le nuove linee guida servono per poter dare dei risultati ottimali senza intaccare la salute. Infatti, su questo campo in costante crescita si possono trovare veri e propri truffatori che approfittano di diplomi e lauree false per potersi intascare il denaro di quelle donne e di quegli uomini che vogliono per se stessi l’aspetto che desiderano.
“Tali standard indicati dalla sigla EN 16844 – spiega il Prof. Amenta, responsabile della formazione per l’Università di Camerino– testimoniano lo sforzo del normatore europeo ad emanare suggerimenti e linee di indirizzo. Tali linee, sebbene non siano vincolanti rientrando la problematica della tutela della salute tra le competenze degli Stati Nazionali, danno, comunque, indicazioni che dovranno essere tenute in conto, specie dagli Stati che, in effetti, non hanno regolato la materia”.
“Riconoscere i “truffatori”, che operano millantando credito non è facile – conclude il Prof. Amenta – anche perché iniziative di Ordini professionali, la cui missione è di garantire la qualità delle prestazioni erogate in favore dell’utenza, rischiano di essere vanificate dalla mancanza di un preciso quadro normativo. Nell’attesa di avere leggi più chiare in proposito, una garanzia per l’utente, che la dovrebbe pretendere, è sapere in cosa e dove il medico a cui si rivolge per problemi estetici si sia formato. In questa realtà, dai contorni molto sfaccettati, è probabile che le migliori garanzie possano derivare dal titolo di studio in possesso del professionista e dal valore dello stesso”.