Vengono utilizzate e tenute accese per i nostri cari defunti, sono le luci perpetue, ma perchè si usano?

In occasione del 1 e del 2 novembre, in concomitanza con la ricorrenza di Ognissanti e dei defunti, i cimiteri vengono presi d’assalto da migliaia di persone che, anche se nel corso dell’anno vi si recano poco o nulla, trovano il tempo per andare a commemorare i propri defunti.
Si portano sulle tombe fiori ma soprattutto lumini e lampade votive: ma perché si sente l’esigenza di utilizzare questi simboli?
Il significato naturalmente va rintracciato nel solco della religione cattolica.
Se infatti genericamente ceri e lumini rappresentano la luce e quindi la vita, essendo la luce stessa la prima creazione di Dio, metterli sulle tombe metaforicamente serve a sconfiggere le tenebre e a guidare i “giusti” ad imboccare la retta via.
In sostanza, per i credenti le luci aiutano l’anima del defunto ad avere la luce necessaria nel corso del suo viaggio verso il Cielo e quindi la beatitudine eterna.
E del resto già nell’antichità la luce accanto al sepolcro indicava che il defunto era vissuto nella luce della fede e si invocava che su di lui splendesse la «luce perpetua».