Ottocentomila anni fa l’Homo Erectus in Eritrea ha lasciato le sue impronte.
E’ la prima volta che si scoprono questo tipo di impronte. Sono state trovate nel deserto, sulla spiaggia dove prima c’era un lago probabilmente circondato da praterie.
Il sito dove è stato fatto il ritrovamento si chiama Aalad-Amo.
La campagna di scavo è stato promossa e coordinata dall’Università La Sapienza di Roma e dal Museo Nazionale dell’Eritrea.
Secondo il coordinatore degli scavi, Alfredo Coppa, le impronte forniranno indicazioni molto utili su una specie chiave nell’evoluzione umana.
Le impronte sono molto simili a quelle dell’uomo dei nostri giorni e daranno indicazioni importanti sull’anatomia del piede e la locomozione di questa specie.
Probabilmente serviranno anche a stabilire peso, altezza e costituzione corporea di massima.
Si tratta della prima volta che si rilevano impronte umane del Pleistocene medio, considerato un periodo di transizione fondamentale nell’evoluzione, a partire dal quale si sono sviluppate specie con cervelli di maggiori dimensioni e corpi più simili all’uomo moderno.
A una prima analisi, pare che i piedi presi in considerazione fossero già sufficientemente sviluppati sia per camminare che per correre.