Per la legge elettorale scende in campo il Presidente Sergio Mattarella: s’ha da fare subito.
Il Presidente della Camera Boldrini e quello del Senato Grasso sono stati convocati al Quirinale con una mossa a sorpresa del Capo dello Stato, che solitamente non brilla per iniziativa. Vuol dire che sotto c’è qualcosa di pesante e, in effetti, così è stato.
Mattarella doveva far giungere un messaggio preciso ai deputati e ai senatori, e ha deciso di farlo per il tramite dei due Presidenti: “Approvate presto la nuova legge elettorale per la Camera e il Senato”.
Nulla da dire ovviamente, perché il Presidente si è reso conto che le forze politiche indugiano, e la gran maggioranza di esse non intende approvare una nuova legge; un po’ perché non conviene loro, un po’ perché, al momento, è quasi impossibile trovare la sintesi in un clima di grandissima conflittualità politica.
In altre parole, tutti si sono accorti che la legge elettorale così com’è non può funzionare, ma quando era il momento di cambiare veramente le cose, vale a dire col referendum costituzionale, si è deciso che non era il caso.
E tutto questo in maniera molto irragionevole e ipotizzando un futuro accordo di alto profilo fra chissà quante componenti politiche.
Ovviamente l’accordo, passato il momento giusto del referendum, non si può realizzare.
E questo lo sapevano e lo sanno perfettamente tutti coloro, moltissimi, i quali dicevano: questo referendum non si deve fare, a una buona legge elettorale penseremo dopo. E, infatti, si è visto.
E nessuno si illuda che, se il Presidente della Repubblica fa pressione, le forze politiche lavorino di più e meglio per fare un accordo.
Pura fantapolitica. Così lo scenario che si prospetta alle prossime elezioni fra circa un anno è estremamente fluttuante.
Posto che con il Porcellum nessuno raggiungerà mai il fatidico 40%, e che i Pentastellati non si alleeranno con nessuno, perché unici e irripetibili sulla faccia della Terra, si dovrà allora probabilmente fare un accordo fra il Pd e una parte del centrodestra.
Salvo che non succeda nel frattempo qualcosa di veramente rivoluzionario in termini di consensi.
E non è nemmeno escluso che, se alle prossime elezioni fra un anno si profilerà uno scenario di ingovernabilità, si dovrà votare di nuovo. Un po’ come in Spagna.
Ma nel frattempo ci chiediamo:perché il Presidente Mattarella non ha inteso utilizzare lo strumento istituzionale e costituzionale più proprio in questi casi, cioè il messaggio alle Camere? A volte metterci la faccia direttamente è un bene.