Lebbra, manifestazioni in tutta Italia per la giornata mondiale

VEB

La lebbra è una malattia infettiva cronica causata dal batterio Mycobacterium leprae. Può colpire la pelle e i nervi delle mani e dei piedi, ma anche gli occhi e le mucose nasali. In alcuni casi, inoltre, può arrivare ad interessare anche altri organi, come ad esempio i reni e i testicoli.

Un tempo molto pericolosa, in era moderna si è riusciti a curarla meglio che in passato. Le dizioni “morbo di Hansen” o “Hanseniasi” vengono oggi privilegiate per evitare lo stigma che la parola “lebbra” ancora reca con sé nell’opinione comune.

Nel XIII secolo si ebbe la maggiore diffusione della lebbra in Europa, dove diventò endemica. Trattandosi di malattia notoriamente infettiva, nel Medioevo, in Europa così come nelle altre parti del mondo, i lebbrosi erano costretti a vivere nei lebbrosari al di fuori delle città.

Mentre nella religione ebraica la lebbra era associata ad impurità, così non era nel cristianesimo, ma ciò non evitò tuttavia che i lebbrosi, a causa del loro aspetto e della paura di contagio, fossero oggetto di segregazione e punizioni; emblematica la persecuzione francese del 1321 autorizzata direttamente dal Re Filippo V con l’editto di Poitiers nei confronti di quelli che venivano chiamati cagots.

In vista della “giornata mondiale della lebbra”, il 28 gennaio, Aifo ha organizzato una serie di incontri per sensibilizzare sul tema e sui progetti AIFO in Guinea Bissau.

Lebbra manifestazioni in tutta Italia per la giornata mondiale

Le frasi da scrivere sullo striscione che sarà portato in piazza San Pietro domenica 28 gennaio sono state già scelte. Ricorderanno che «essere felici è far felici» e, poi, che «non esistono sogni troppo grandi»: parole di Raoul Follerau, ispiratore dell’Aifo (Associazione italiana amici di Raoul Follereau), l’associazione che aiuta e difende i diritti dei malati di lebbra.

Sempre domenica, nelle piazze, per le strade, davanti alle parrocchie, in tutta Italia, saranno centinaia i punti informativi dove sarà esposto materiale con notizie sulla malattia di Hansen e sui progetti dell’associazione. Con un’offerta sarà anche possibile acquistare riso e miele del commercio equo e solidale. A organizzare i “banchetti”, i volontari, che fanno parte di varie realtà associative, come gli scout dell’Agesci o la Gioventù francescana.

La giornata mondiale, per fortuna, vale più come un richiamo alla memoria, almeno nel nostro Paese.

I lebbrosari non esistono più e la malattia è ormai facilmente curabile, ma questo non vale per tanti, troppi paesi.

In Italia l’ultimo lebbrosario è stato chiuso nel 2011, e – vale la pena sottolinearlo – a seguito di una indagine circa malasanità e finanziamenti sospetti ed esagerati, e non comunque per la scomparsa completa del morbo. Anche qui da noi ogni anno sono almeno una decina i casi accertati.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, i nuovi casi annui non superano più le trecentomila unità, ma in tutto il Pianeta sarebbero tra uno e due milioni le persone che portano sul proprio corpo i segni della malattia. La maggior parte vive nei Paesi tropicali e subtropicali: in particolare India, America Latina e Africa.

Obiettivo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità è quello di eliminare la lebbra come problema di sanità pubblica globale per il 2020. La strategia si basa sulla possibilità di assicurare un elevato standard di cura a tutte le latitudini, sull’individuazione precoce dei nuovi casi e sull’accesso tempestivo alla (polichemio)terapia.

È fondamentale agire con urgenza per evitare che la malattia progredisca e provochi danni irreparabili. I progetti dell’associazione Aifo non si occupano solo di curare i malati, ma anche di dare loro la possibilità di essere reinseriti nella famiglia e nella comunità da dove spesso sono allontanati.

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