In Italia la disoccupazione giovanile sale ma le startup non riescono a trovare personale qualificato.
Il paradosso lo rileva uno studio pubblicato dall’Osservatorio Startupper’s Voice eseguito su circa 200 startup italiane.
Da un lato, dunque, c’è grande richiesta di personale specializzato e dall’altra c’è una risposta risicata e per nulla adeguata all’offerta.
A confermare il risultato dell’Osservatorio arriva anche lo studio della Adami & Associati, società di head hunting di Milano, leader in ricerca di personale qualificato per Pmi e multinazionali.
Dalla ricerca della Startupper’s Voice si evince che il 40% delle startup ha cercato personale specializzato, con le normali procedure, ma i risultati sono stati tutt’altro che soddisfacenti.
Pochi dei candidati selezionati avevano le giuste competenze.
Esperienza e pessimismo, invece, per l’11% delle startup sono stati i motivi della rinuncia alla ricerca di personale.
Ovviamente la carenza di personale specializzato impedisce anche la crescita delle startup stesse.
Che cosa cerca una startup nei suoi potenziali collaboratori? La risposta la fornisce Carola Adami, founder e Ceo di Adami & Associati: “Il mio consiglio principale è quello di guardare alle competenze tecniche, ma non solo. Un occhio di riguardo deve essere dedicato anche alle cosiddette soft skills, proprio per l’ambiente particolare in cui solitamente le startup si trovano a operare”.
“Per riuscire a portare sul mercato una nuova azienda – continua Carola – è, infatti, necessario un alto livello di coesione all’interno del gruppo di lavoro, il quale sarà per forza di cose sottoposto a continue e stressanti pressioni: le startup si trovano, infatti, spesso schiacciate da pianificazioni rigidissime e particolarmente serrate, oltre che dalle frenetiche startup competition. Da questo punto di vista, dunque, la ricerca di personale qualificato per queste neonate aziende non può fermarsi al puro soddisfacimento dei requisiti tecnici, ma deve andare oltre, puntando a una ulteriore compatibilità di tipo relazionale”.
La mancanza di personale qualificato, insieme alla mancanza di risorse adeguate, forse, è uno dei principali motivi per cui in Italia le startup hanno vita breve.
Per fortuna anche nel nostro Paese a sostegno delle startup stanno nascendo le Accelerator, le aziende che mettono a disposizione delle startup più promettenti le proprie tecnologie e le proprie risorse.
Anche per queste aziende però, il personale qualificato è indispensabile.
Gli Accelerator hanno bisogno soprattutto di Ingegneri Hardware e Software, Digital Marketing Manager, responsabili delle strategie di marketing digitale e di media relations.
E così per i giovani talenti si aprono altre opportunità di lavoro. Basta solo saperle cogliere.