Secondo un recente studio pubblicato nel marzo 2021, l’emergere della vita sul nostro pianeta è stato in realtà uno sviluppo molto probabile degli eventi, sebbene le possibilità dell’emergere dell’intelligenza nelle forme di vita siano ancora imprevedibili.
Nel suo studio, l’astronomo David Kipping della Columbia University vede la probabilità della vita sulla Terra come un modo per esplorare liberamente l’eterna domanda se siamo soli nell’universo.
Nonostante tutti i nostri progressi tecnologici e le nostre abilità scientifiche, dobbiamo ancora trovare alcuna prova di vita oltre la Terra, per non parlare dei segni di una civiltà extraterrestre avanzata che presuppone la presenza dell’intelligenza.
Gli scienziati hanno proposto molte ragioni per questa situazione. Forse gli alieni sono in qualche parte nello spazio profondo. Oppure non possiamo vederli. Forse non vogliono contattarci.
Naturalmente, la maggior parte di queste ipotesi si basa su un certo presupposto: la vita (e la vita intelligente) ha almeno alcuni prerequisiti per l’esistenza al di fuori della terra, dato l’incredibile numero di mondi potenzialmente abitabili che gli astronomi stimano esistano nello spazio.
Nel suo lavoro, Kipping esplora le probabilità della vita e dell’intelligenza sulla terra usando un metodo statistico chiamato inferenza bayesiana. In parole povere, è un tipo di statistica che utilizza metodi probabilistici per rendere conto delle informazioni successive, il che le conferisce un vantaggio rispetto al classico confronto di insiemi di numeri rigorosi.
Questa non è la prima volta che i ricercatori usano questa tecnica come mezzo per quantificare teoricamente le possibilità che la vita emerga su altri pianeti simili alla Terra, ma Kipping ha apportato alcune modifiche alla formula.
Ha fatto calcoli basati sull’evidenza che in tutti i 4 miliardi di anni la vita sul nostro pianeta è apparsa relativamente di recente.
Con questo in mente, ed utilizzando alcune formule complesse, il professore ha soppesato una serie di scenari evolutivi: le forme di vita sono comuni e spesso sviluppano intelligenza; le forme di vita sono comuni ma raramente sviluppano l’intelligenza; le forme di vita sono rare ma spesso sviluppano intelligenza; le forme di vita sono rare e raramente sviluppano intelligenza.
Dopo aver considerato tutti questi potenziali scenari, Kipping sostiene che l’argomento per cui la vita prende piede sulla Terra abbastanza rapidamente è convincente.
“Possiamo concludere che anche con le stime più scettiche, la probabilità che la vita si manifesti sul nostro pianeta è estremamente alta e il ritmo del suo sviluppo sarà piuttosto intenso“, conclude David.
L’opera è reperibile sul portale PNAS.org, e i suoi risultati portano a conclusioni molto interessanti: se il pianeta è relativamente simile alla Terra nelle sue caratteristiche, allora la possibilità della comparsa su di esso di organismi viventi, più o meno simili alle forme di vita proteica a cui siamo abituati, sono piuttosto elevate.