La postura può svelare tratti manipolatori della personalità, secondo uno studio condotto dai ricercatori della McGill University in Canada. Gli studiosi hanno scoperto che il modo in cui ci poniamo fisicamente può rivelare aspetti del nostro carattere, in particolare legati a comportamenti antisociali e manipolativi. Una postura definita “di potere”, caratterizzata da spalle indietro, schiena dritta e gambe ben piantate, è spesso associata a individui che cercano di esercitare dominio sociale.

I risultati, pubblicati sul Journal of Personality and Social Psychology, derivano dall’analisi di 608 partecipanti. Grazie alla tecnologia di apprendimento automatico OpenPOSE, i ricercatori hanno esaminato dettagli come l’inclinazione della testa e la posizione delle spalle, rilevando che chi adotta una postura naturalmente dominante tende a mostrare scarsa empatia e persino tratti psicopatici.
In un ulteriore esperimento, i partecipanti hanno replicato sia pose dominanti che sottomesse, mentre venivano monitorati specifici gruppi muscolari, tra cui il muscolo sternocleidomastoideo, per studiare il legame tra attività muscolare e impressione di dominanza. Gli esperti hanno sottolineato che, pur non essendoci una prova definitiva di un rapporto causa-effetto, la correlazione tra postura e atteggiamenti manipolativi è significativa. Ad esempio, se qualcuno sfrutta deliberatamente la propria postura per intimidire o esercitare potere, potrebbe essere utile interrogarsi sulle sue reali intenzioni.
Questa scoperta ha implicazioni pratiche in ambiti che spaziano dal lavoro alle relazioni personali, suggerendo che prestare attenzione alla postura potrebbe offrirci indizi utili sul comportamento altrui. Tuttavia, molte domande rimangono ancora aperte: è possibile che cambiare consapevolmente la propria postura possa modificare aspetti della personalità? Oppure, al contrario, la postura è semplicemente un riflesso di caratteristiche interne preesistenti?
Gli scienziati continueranno a indagare per approfondire questi interrogativi, ma le loro osservazioni offrono già una nuova prospettiva su come il linguaggio del corpo possa influenzare le dinamiche sociali.