La strana storia della donna sopravvissuta ad una caduta di 10.000 metri

VEB

La storia di Vesna Vulović è una delle più straordinarie testimonianze di sopravvivenza mai registrate. Il 26 gennaio 1972, l’assistente di volo serba di 22 anni sopravvisse a una caduta da circa 10.000 metri dopo l’esplosione dell’aereo su cui lavorava.

La strana storia della donna sopravvissuta ad una caduta di 10.000 metri

Vulović era a bordo del volo 367 della JAT Yugoslav Airlines, partito da Stoccolma e diretto a Belgrado, con uno scalo a Copenaghen. Circa 46 minuti dopo il decollo dalla Danimarca, l’aereo esplose sopra la Cecoslovacchia (oggi Repubblica Ceca) a un’altitudine di 10.160 metri. L’esplosione, attribuita a una bomba nascosta nel bagaglio, rimane ancora oggi un evento controverso.

Dopo l’esplosione, l’aereo si disintegrò e Vulović fu espulsa, rimanendo attaccata alla sezione posteriore della fusoliera. Cadde per oltre tre minuti, atterrando in una zona montuosa vicino al villaggio di Srbská Kamenice. Miracolosamente, fu trovata viva da Bruno Honke, un medico ed ex soldato della Seconda Guerra Mondiale, che riuscì a mantenerla in vita fino all’arrivo dei soccorritori.

La sopravvivenza di Vesna Vulović è considerata un miracolo medico. Diversi fattori contribuirono alla sua sopravvivenza:

  • Bassa pressione in cabina: La depressurizzazione graduale potrebbe aver aiutato Vulović ad adattarsi al cambiamento di altitudine, riducendo il rischio di lesioni gravi.
  • Posizione del corpo: La posizione in cui è caduta potrebbe aver distribuito la forza dell’impatto, minimizzando le lesioni mortali.
  • Vegetazione fitta: Gli alberi e i cespugli densi potrebbero aver rallentato la caduta e attutito l’impatto.
  • Neve al suolo: Uno strato di neve avrebbe potuto assorbire parte dell’impatto.
  • Temperatura corporea: La bassa temperatura potrebbe aver rallentato il metabolismo di Vulović, riducendo i danni agli organi.

Nonostante la sopravvivenza, Vulović riportò ferite gravi, tra cui cranio fratturato, gambe rotte, vertebre schiacciate, costole fratturate e bacino rotto. Rimase in coma per 27 giorni e trascorse mesi in ospedale.

Sorprendentemente, Vulović non sviluppò la paura di volare e desiderava tornare al suo lavoro, ma le sue condizioni fisiche non glielo permisero. La sua incredibile esperienza ebbe un grande impatto sulla sua vita:

  • Riconoscimento mondiale: Il Guinness World Records la riconobbe per aver sopravvissuto alla caduta più lunga senza paracadute.
  • Simbolo nazionale: In Jugoslavia divenne un simbolo di resilienza, ricevendo l’ordine al merito della bandiera jugoslava da Josip Broz Tito.
  • Attivismo: Dopo l’incidente, si impegnò in cause politiche, sostenendo la democrazia in Serbia e la pace nei Balcani.
  • Sfide personali: Nonostante la fama, affrontò difficoltà finanziarie e di salute per tutta la vita, combattendo depressione e alcolismo.

Vesna Vulović morì il 23 dicembre 2016, a 66 anni, nel suo appartamento a Belgrado. La sua morte fu scoperta da amici preoccupati per la sua assenza. Le circostanze esatte non furono rese pubbliche, rispettando la privacy di Vulović e della sua famiglia. Durante la sua vita, affrontò molteplici problemi di salute, molti dei quali derivanti dalle ferite riportate durante la caduta.

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